XVII Arrond. - Parigi Controcorrente 2020

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Un tempo, questo quartiere era chiamato la Montmartre d’en bas, perché gli artisti che non potevano permettersi i prezzi della Butte, vivevano qui. C’erano molti pittori impressionisti, fra cui Edouard Manet, che si riunivano al Café Guerbois, in avenue de Clichy, per discutere dei propri progetti.
Oggi è un arrondissement ricco di gallerie, di negozi originali, di bistrot dove il tempo sembra essersi fermato, di simpatici caffè… Non c’è niente di più bello che sedersi in uno dei loro dehors in una giornata di sole e guardare la vita che scorre per le vie del quartiere... Ci sono anche delle piacevoli iniziative a cui è possibile partecipare. Una di queste è la festa del buon vicinato, la Fête des voisins, che si svolge a maggio. Il pranzo, preparato dai residenti, è servito su tavoli disposti nei cortili e nelle stradine pedonali, poi nel pomeriggio si fa musica, si canta e si balla.  
In rue de Lévis, che è pedonale, si svolge un mercato che sembra quello di un villaggio di campagna. Ma l’attrazione principale di questa via è la pasticceria L’Ecureuil, che si trova al numero 96. Le sue torte deliziose sono preparate con frutta fresca, con bacche di stagione e con meno zucchero possibile. La più famosa è la Tarte Bourdaloue, ma anche le madeleine sono deliziose.
 
Fra gli edifici interessanti di questa circoscrizione, al numero 75 di Rue Pouchet c’è un Immeuble collectif ultracentenario ornato di fregi formati dalle piastrelle di ceramica colorata. A ogni piano di questo condominio costruito per gli operai c’era un cassonetto per l’immondizia, nel cortile c’era una pompa antincendio e una caldaia garantiva l’acqua calda per le docce collettive e per il lavatoio. Il condominio era stato fatto costruire da Ernest Gouin [dieresi i], un sansimoniano titolare di una fabbrica di locomotive che dava lavoro a duemila operai. Per loro aveva anche creato una società di mutuo soccorso, un ospedale e la chiesa di Saint-Joseph-des-Epinettes. Nel 1966 gli appartamenti sono stati venduti a chi li occupava.     
 
Paul Verlaine - Ai confini dell’arrondissement, in rue Pierre Rebière c’è il cimitero di Batignolles. È un parco di 10 ettari costeggiato dalla périphérique, aperto nel 1833, che ospita un migliaio di ippocastani e di castagni imponenti. Fra le sue aiuole fiorite e ben curate ci sono le tombe di molti poeti, di cantanti e di uomini politici, che hanno trovato qui l’eterno riposo. Paul Verlaine è sepolto insieme ai suoi genitori e il suo nome è in rilievo, a lettere dorate. Poco oltre, c’è André Breton, lo scrittore che nel 1924 aveva definito i fondamenti del surrealismo in due Manifesti. C’è anche Fiodor Scialiapin, il cantante lirico russo famoso per la sua interpretazione del Boris Godunov.
 
Eglise Saint-Michel des Batignolles
12 bis rue Saint-Jean
Métro: La Fourche
 
Vicino al cimitero di Montmartre c’è la chiesa di Saint-Michel des Batignolles, di stile romano-bizantino. La navata centrale poggia su ottantasei pilastri di cemento armato, collegati da archi. La statua del Cristo, gli stalli del coro e il pulpito sono realizzati in legni pregiati provenienti da diversi continenti. Il campanile è sormontato da un San Michele alto 6 metri, che è una copia di quello di Mont-saint-Michel. Le tre semicupole sono decorate da mosaici di Bigot, mentre nella cappella dedicata a San Michele il santo è raffigurato nell’atto di pesare le anime. Ci sono anche due enormi tele dell’artista brasiliana Maria Snell, le cui figure hanno una dimensione epica.  
 
Jardin Ernest-Chausson
55, Avenue de Clichy
Métro: La Fourche
 
L’avenue de Clichy è caotica e rumorosa, ma per fortuna ci sono diversi spazi verdi dove rifugiarsi di tanto in tanto. Questo piccolo parco è stato costruito nel 1999 sopra a un parcheggio sotterraneo ed è stato dedicato al musicista Chausson, che abitava lì vicino. La rampa di discesa al parcheggio è mascherata da un piccolo belvedere e il verde del parco ha un disegno semplice e geometrico. Sembra quasi un mosaico, dove le piante creano dei giochi di luce. Sembra quasi costruito come uno spartito musicale, con i suoi ritmi e i ritornelli che si ripetono. Ci sono molti bambù che si elevano al di sopra di un tappeto di piante basse, ci sono le ortensie che si alternano alle clematidi e ai gelsomini. Poi ci sono le viti vergini, l’edera e le rose rampicanti, mentre al centro c’è una rara magnolia gialla, i cui fiori catturano subito lo sguardo.
 
Cour Saint- Pierre – Al numero 47 dell’avenue de Clichy c’è un cortile interno con delle case che sembrano quelle di un villaggio. Non ci sono giardini, ma molti vasi di piante fiorite,  lungo i muri si arrampicano le viti del Canada e dalle finestre scendono i glicini, che formano delle grandi masse di colore. È ancora visibile la vecchia insegna arrugginita dei Fabricants de Pelles et Pétrins ovvero dei fabbricanti di pale e di impastatrici.  
 
Al numero 28 della vicina rue Lemercier c’è la Cité Lemercier, composta da due file di case basse con i giardini che costeggiano la via lastricata. Nella stagione di fioritura delle rose, il loro profumo invade l’aria. Un tempo, qui c’era l’hôtel du Chalet, che alla metà degli anni ’50 aveva ospitato il cantautore belga Jacques Brel. Qui aveva scritto alcune delle sue canzoni più belle e la stanza gli era rimasta talmente nel cuore da indurlo a pagarne l’affitto, pur non abitandovi più, fino alla sua morte.   
            
Una chiesa con due cupole  
77, place du Docteur F. Lobligeois
Métro: Brochant
 
La chiesa di St. Marie des Batignolles ha una facciata bianca ed essenziale e un porticato con quattro colonne. Ma la particolarità davvero curiosa di questo edificio è quella di avere una doppia cupola. Attraverso l’apertura di quella inferiore si vede il gruppo scultoreo dell’Assunzione con gli angeli che circondano la Vergine in un trionfo di azzurro, di quella superiore. Una cosa più unica che rara. La piazza alberata di fianco alla chiesa, poi, dedicata al Dr. Lobligeois, sembra quella di un paesino. Ospita anche una bella giostra per il divertimento dei bambini.
 
La square des Batignolles dietro alla chiesa ha le dimensioni di un parco e rappresenta uno spazio verde molto pittoresco. Era stata ideata nel 1862 dall’ingegnere Alphand nello stile di un giardino inglese, con un disegno armonioso e delle piccole valli. Ospita il busto del poeta parnassiano Léon Dierx. Prima del 1876 l’area era un deposito per i materiali delle demolizioni. La prima domenica dopo il 15 agosto qui si svolgeva la festa del villaggio e per quindici giorni le strade dei dintorni erano rallegrate da acrobati, maghi  e giocolieri.    
 
Al centro di questo spazio verde c’è una fontana con una vasca piena di pesci solcata dalle anatre, posta sotto a una cascata formata da un ruscello. Al centro c’è la scultura di quattro avvoltoi in pietra nera appollaiati su dei pali. Erano stati scolpiti da Louis Morand negli anni ’30, nella triste pietra di Volvic. Inoltre, con quei becchi uncinati e lo sguardo minaccioso,  questi enormi uccelli hanno un aspetto inquietante!. Per fortuna, per controbilanciare la loro presenza vagamente iettatoria, ogni anno i giardinieri piantano tutt’intorno delle rose a cui danno i nomi di Manet, di Mallarmé e di altri artisti e scrittori che frequentavano il vicino caffè Guerbois…..
 
Parc Martin Luther King
147, rue Cardinet
Métro: Brochant, Porte de Clichy
 
Dal 2008 il parco che ci chiamava Clichy Batignolles porta il nome del pastore americano Martin Luther King, a cui era stato assegnato il Nobel per la pace nel 1964. Per arredarlo, gli architetti hanno scelto i temi delle stagioni, dello sport e dell’acqua. Al termine dei lavori, inoltre, qui sorgerà una piccola città, con abitazioni, uffici e scuole. Anche l’edificio della stazione del Pont Cardinet, disegnato da Julien Polti e decorato con motivi di ceramica, dove fermava il petit train che collegava i terminal di Parigi, sarà restaurato e destinato a nuovo uso. Accanto ai binari della Petite Ceinture c’è una grande vasca che ospita delle bellissime ninfee gialle. Alcune piante specifiche depurano l’acqua non potabile che prima alimenta la vasca, poi va ad irrigare il parco. L’energia per l’illuminazione è fornita dai pannelli fotovoltaici.
 
Cité des Fleurs
154, Avenue de Clichy
Metro Brochant
 
La cité era stata creata nel 1845, quando due investitori avevano deciso di fabbricare su alcuni appezzamenti di loro proprietà. Il quartiere, che oggi è compreso fra il numero 154 dell’avenue de Clichy, a sud, e il 59 di rue de la Jonquière, a nord, era stato chiamato Cité des Fleurs. Il piano urbanistico prevedeva che le facciate delle case fossero decorate, oltre che allineate. Così, quella al  numero 21 ha le colonne a tortiglione, quella al numero 33 ha dei bei vetri colorati alle finestre, quella al numero 29 è neorinascimentale, quella al numero 60, infine, è rococo. Ogni giardino, poi,  ha almeno tre alberi da frutto, che ogni proprietario era obbligato a piantare per contratto.
Durante la guerra, la Resistenza aveva qui una sede dove si fabbricavano documenti falsi. Quando la Gestapo lo ha scoperto, ha condannato a morte Colette Heilbronner e ha deportato i suoi compagni. La chiesa è dedicata a Saint-Joseph des Epinettes.
 
Tower Flower, una torre di fiori
23, Rue Albert-Roussel  
Métro : Wagram, Porte de Clichy
 
Il terreno abbandonato e incolto che apparteneva un tempo alle ferrovie è stato trasformato nel giardino des Hauts de Malesherbes. Alcune delle pietre che bordano i vialetti sono state recuperate dal Pont Neuf. È bello sedersi su una delle sue comode panchine e odorare il profumo dell’aralia del Giappone o della corniola del Canada che riempiono le aiuole. Poi si può alzare lo sguardo e ammirare l’originale edificio di dieci piani che sta di fronte. È la Tower Flower, la Torre Fiorita, che sembra un dolce a strati e che era stata costruita nel 2005 dall’architetto Portzamparc. Ha la particolarità di non avere muri maestri e gli appartamenti vi si alternano in modo da far risultare i piani autoportanti. I balconi corrono su tutti e quattro lati e sorreggono centinaia di vasi bianchi con piante di bambù dalle lunghe foglie.

Eglise Sainte-Odile
2, Avenue Stephane-Mallarmé
Métro: Porte de Champerret
 
La chiesa neobizantina è opera dell’architetto Jacques Barge ed è stata eretta nel 1975. Padre Loutil aveva provveduto a raccogliere i fondi e aveva deciso di dedicarla a santa Odilia, patrona dell’Alsazia. L’edificio è rivestito di grès rosa di Saverne e sotto il portico c’è una scultura della santa mentre viene presentata dalla Vergine alla Santa Trinità.  Sul lato destro ci sono tre magnifiche vetrate e altre opere d’arte comprendono delle sculture degli oggetti in ferr battuto e degli smalti. Il campanile è alto 72 metri e la sua forma ottagonale fa pensare a un minareto. È dotato di un carillon composto da ventitrè campane, che suona a mezzogiorno di ogni domenica.
Su square Sainte-Odile, di fianco alla chiesa, c’è una fontana con al centro una vasca da giochi metallica, che è la gioia dei bambini. Tutt’intorno ci sono molte aree verdi, una delle quali è la square de l’Amérique-Latine, sulla place de la Porte de Champerret. La piazzetta ospita una statua di Jimenez Martinez, in arte Deredia, raffigurante una donna distesa. Poi ci sono i busti del generale Miranda, del giurista Andres Bello, del poeta  Ruben Dario, dello storico Mackenna, del narratore Ricardo Palma, dello scrittore e patriota José Marti.... Per i bambini, nell’attigua area giochi, c’è la caverna di Alì Baba.
 
Musée des Sapeurs-Pompiers
17, boulevard Gouvion-Saint Cyr
Métro: Porte de Champerret
 
Il museo ricostruisce la storia dei pompieri di Parigi. Ci sono le pompe color rosso fuoco, le uniformi, i caschi ammaccati, le scale lunghe e corte, le sciabole e le asce per aprirsi un varco o sfondare una porta…
Il primo corpo dei pompieri era stato creato nel 1712 da Dumouriez ed era formato da dodici uomini, molti di meno del numero dei suoi figli, che erano trentadue. La prima sede era al numero 30 di rue Mazarine, nel VI arrondissement. È stato un incendio verificatosi nel 1810 all’ambasciata d’Austria, in rue de la Chaussée-d’Antin, a portare alla creazione di una squadra professionale. Il fuoco aveva sorpreso millecinquecento invitati, praticamente tutta l’aristocrazia europea, mentre festeggiavano il matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria. Ci sono stati molti morti e molti feriti gravi, una tragedia che era anche conseguenza della scarsità di mezzi e di preparazione nell’affrontarla.  
 
Hôtel Gaillard
1, Place du Général-Catroux
Métro: Wagram, Malesherbes
 
L’hotel era la residenza del barone Gaillard, Reggente della Banca di Francia sotto Napoleone III. L’edificio ottocentesco era stato progettato dall’architetto Février ed è una copia dell’ala destra del castello di Blois. Nelle nicchie c’erano molte sculture e molti quadri alle pareti, oltre ai magnifici mobili provenienti dal castello d’Issogne, in valle d’Aosta. Ma alla morte del banchiere è stato tutto venduto. Nel 1919 la banca di Francia ha acquistato l’edificio, ha fatto rivestire di legno i muri interni, lastricare il cortile di marmo nero e costruire una sala per la cassaforte nel sottosuolo. Narra la leggenda che in passato questa fosse protetta da un fossato pieno di coccodrilli.
La sontuosa facciata del palazzo ha delle G nei lucernari del tetto. I tubi a tortiglione con la nervatura dorata sono i canali di scarico delle acque pluviali. Il doccione raffigura un’effigie demoniaca. Gli sportelli per il pubblico sono nel salone al primo piano e c’è molta più soddisfazione a venire a fare un’operazione in questo bell’ambiente.               
Altri edifici notevoli in zona – Al numero 36 di rue de Tocqueville (métro Malesherbes) c’è un edificio costruito nel 1897 da Charles Plumet (cercare). Ha degli oriels colorati che si armonizzano bene con gli altri elementi decorativi. Architettura signorile…
Al numero 9 di rue Fortuny c’è un bovindo eccezionale, su un edificio del 1890. L’architetto è Paul Gouny, mentre il lavoro di rivestimento è del ceramista Jules Loebnitz.    
 
Musée Jean-Jacques Henner
43, avenue de Villiers
Métro: Malesherbes, Monceau
 
Nel 1858 il pittore Henner aveva vinto il prix de Rome e, mentre era a Villa Medici, era venuto in contatto con la grande pittura di Raffaello, Michelangelo, Tiziano e Correggio. Molti dei suoi quadri hanno come soggetto le naiadi sdraiate in riva a uno stagno, le ragazze intente a leggere, quelle che stanno per entrare nella vasca da bagno. Alcuni dei suoi quadri venivano riprodotti sulle scatole dei biscotti e per questo erano molto famosi.  
Il palazzo del museo, che apparteneva al pittore Dubufe, ha una policromia straordinaria. In una delle sale che fungevano da atelier dei due pittori c’è un bel camino rivestito di ceramica di Delft.
Dove mangiare un boccone – Al numero 20 della vicina rue Legendre c’è il ristorante Polonia, che offre dei piatti tipici della cucina di quel paese, tutti da scoprire. Il locale nasconde anche una gemma. Al quarto piano, infatti, c’è una sala con delle splendide decorazioni, un bel soffitto a cassettoni e un magnifico caminetto. La sala viene comunemente affittata per delle cerimonie, ma viene anche mostrata a chi ne fa richiesta.
 
Eglise suédoise
9, rue Médéric
Métro: Courcelles, Wagram
 
Nella piccola via della Plaine.Monceau c’è una Svenska kyrkan, una chiesetta di mattoni rossi con un campanile un po’ arzigogolato. L’edificio è del 1913 e la sua architettura è di ispirazione svedese. Vi si raccolgono gli scandinavi per l’ufficio luterano in lingua svedese. Qui si mantengono vive anche le tradizioni ed è particolarmente bello venirci nel periodo di Natale, quando c’è un mercatino dove acquistare le torte allo zenzero, il pane svedese, la carne di renna, il salmone marinato e i formaggi tipici… Un souvenir curioso da portare a casa può essere una delle candele che non sgocciolano mai. In alternativa, ci sono  il calendario dell’avvento, l’artigianato tipico e gli oggetti di design. Il 13 dicembre si celebra la festa di Santa Lucia con la processione e la musica e c’è un’atmosfera magica.  
 
Villa des Ternes
 
Nel ‘400, sull’area attorno all’attuale rue Pierre-Demours, a nord della Porte Maillot, sorgeva una fattoria fortificata, poi diventata di proprietà di Pierre Haber segretario del re. L’edificio era arredato con mobili preziosi e tappezzerie delle Fiandre ed è rimasto in piedi fino al 1778. Il nuovo proprietario Lenoir ha fatto perforare la costruzione per farci passare una strada e ha lottizzato il grande parco. Così, a poco a poco ha cominciato a sorgere la Villa des Ternes. Le stradine si chiamavano Via delle Arti, della Cappella, dei Padiglioni…
Il mercato dell’antiquariato che si trovava al numero 8 di rue Lebon si è spostato più a nord, al numero 3 di rue Faraday. Al numero 8 bis di rue Lebon c’è un meraviglioso mercato di prodotti alimentari. Chi decide di recarvisi, può passeggiare nelle vie circostanti, osservando le facciate delle case, alcune delle quali  sono in stile Art nouveau, altre sono decorate di bassorilievi e di mattoni smaltati.

Chapelle Notre-Dame-de-la-Compassion
Place du Général Koenig
Metro Porte Maillot
 
La cappella si chiama anche Chapelle royale Saint-Ferdinand. Era stata fatta costruire nel 1843 dalla consorte del re Luigi Filippo per commemorare l’incidente mortale occorso a suo figlio, il duca Ferdinando di Orléans. Mentre questi si dirigeva in calesse al castello di Neuilly, i cavalli si sono imbizzarriti e lui è caduto a terra battendo violentemente la testa.
Fino al 1970, la cappella sorgeva sul luogo dell’incidente, poi ha dovuto essere spostata per far posto al Palazzo dei Congressi. È stata rimossa pezzo per pezzo e rimontata vicino alla péripherique, accanto alla Porte de Ternes. Il progetto dell’edificio, a croce greca e di stile neobizantino, è di Pierre Fontaine, l’architetto a cui si devono anche rue de Rivoli, l’arco di trionfo del Carrousel e la Cappella espiatoria. Sulle vetrate sono raffigurati i santi patroni della famiglia reale, eseguiti su disegni di Ingres e poi affidati alle manifatture di Sèvres per la realizzazione. All’interno ci sono due monumenti di marmo bianco disegnati da Ary Scheffer e scolpiti da Triqueti. ll cenotafio raffigura il duca disteso a terra agonizzante, vicino all’angelo della Rassegnazione, che ha le fattezze della sorella morta tre anni prima. L’altro gruppo scultoreo è una Pietà. La madonna ha i tratti della madre del principe, il Cristo ha i tratti del principe Ferdinando, mentre il santo patrono ha quelli del re Luigi Filippo.
 
 
 
 
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