L’arrondissement, posto a nord est della città, è attraversato dai canali de l’Ourcq, di Saint-Denis e dal Bassin de la Villette. Qui si trova anche il vecchio Pont de Crimée, un ponte levatoio costruito nel 1855 per venire incontro alle necessità della navigazione e del traffico in aumento. E’ interessante osservare dalla passerella pedonale il suo corpo centrale che si solleva, mentre i piloni laterali fanno da guide.
Fra i suoi punti di forza ci sono Belleville e i parchi della Villette e di Butte-Chaumont. Di fronte a quest’ultimo c’è il bell’edificio del municipio, opera di Davioud e Bourdais. Molti edifici di questo arrondissement presentano una grande varietà architettonica.
L’ospedale pediatrico Robert-Debré, ad esempio, posto al numero 48 del boulevard Sérurier e ideato dall’architetto Riboulet, è notevole nella sua modernità. Anche quello dell’Ecole des Ingenieurs, dalla facciata di pietra e mattoni rossi disposti su piani sfalsati, è straordinario.
La varietà architettonica riguarda anche gli edifici religiosi. Si va dallo stile neo-paleocristiano della chiesa ottocentesca Saint-Jacques-Saint-Christophe, che si trova al numero 6 di place de Bitche, a quello dalle forme geometriche di Notre-Dame des-Buttes-Chaumont al numero 80 di rue de Meaux, costruita da Perret nel 1960, con il calcestruzzo lavorato e cesellato.
Graffiti d’autore - E poi c’è la street art, l’arte di strada con i corpi bianchi dipinti sui muri da Jérôme Mesnager, simbolo di luce e di libertà, con il San Giorgio che uccide il drago di rue Bouret, con gli acrobati appesi alle stelle di rue Clavel e con le figure che si tengono per mano e che danzano in cerchio delle vie circostanti.
Fra i tanti itinerari ideali per una passeggiata c’è quello lungo rue Lardennois, una strada che sale a tornanti lungo un pendio dove la natura è in libertà. Le chiome degli alberi debordano dai piccoli giardini, l’edera invade tutti gli spazi e dalla cima della collina si gode di una bella veduta su Parigi. Altri spazi verdi molto attraenti sono i giardini condivisi come il Léon, al numero 18 di rue Léon-Giraud, che ha la forma di un grande pesce le cui scaglie, la testa e le pinne corrispondono ai vari appezzamenti…
E, a proposito di arte, al numero 104 di rue d’Aubervilliers c’è il Centre 104. Un tempo, il suo magnifico edificio di mattoni, di vetro e di ferro era la sede delle Pompe funebri della capitale. Oggi è un laboratorio di ricerca artistica, dove si svolgono anche delle sfilate di moda e delle mostre.
C’è un secondo ingresso al numero 5 di rue Curial.
Al numero 78 di rue Rébéval c’è il complesso di edifici in cui si fabbricava il famoso giocattolo Meccano. Risale al 1922 è è un bell’esempio di architettura industriale.
Parc de la Villette
211 Avenue Jean Jaurès
Métro: Porte de Pantin
Il parco della Villette, che sorge in un’area che nel 1198 si chiamava Villa Nova Sancti Lazari, è stato aperto nel 1982. E’ stato creato da Bernard Tschumi, che ne ha fatto un parco culturale, con una vasta offerta di manifestazioni. Nel 1858 il barone Haussmann aveva scelto quest’area per creare un luogo di macellazione del bestiame e di commercio della carne. Nella zona a sud c’era il mercato, in quella a nord c’erano i mattatoi, dove lavoravano tremila persone. Le due zone erano divise dal canale dell’Ourcq. Nel 1974, il mattatoio è stato chiuso ed è cominciata la sua riconversione, durata quindici anni.
Alcuni edifici sono stati ristrutturati, altri sono stati aggiunti. Fra questi ultimi ci sono la Géode, lo Zénith e la Cité de la musique. Ci sono anche diverse installazioni, fra cui una grande bicicletta parzialmente interrata, con il manubrio e una ruota che spuntano dal suolo. Nella vecchia fabbrica dove si fondeva il grasso oggi c’è la Maison de la Villette, sede di documenti sul passato del quartiere, di animazioni e di mostre. Anche la Grande Halle della Villette, costruita nel 1876, è stata riconvertita e trasformata in uno spazio culturale polivalente, per concerti, mostre e altro. Grande Halle - Questa costruzione in vetro e acciaio aperta su tre lati era la Grande Halle des Boeufs, un grande mattatoio. Oggi ospita il Café de la Villette, i cui tavolini occupano ben 400 metri quadrati.
Sul sagrato antistante c’è la Fontaine aux Lions de Nubie, una fontana con quattro vasche digradanti e quattro leoni di ghisa sul bordo di quella più in alto.
Folies e giardini a tema – Lo spazio all’altezza del 211 di avenue Jean-Jaurès ospita una trentina di folies di colore rosso che fungono da teatro, belvedere, ristorante, laboratorio per bambini, spazio musicale e punto di informazioni. Fra i giardini a tema ci sono quello del Dragone con il toboggan, quello dei Venti e delle Dune, nel quale i bambini possono saltare sui materassi d’acqua e penetrare nelle grotte e quello degli Specchi, i Miroirs, che creano degli effetti ottici particolari Poi ci sono quello degli Equilibri, quello delle Paure, quello delle Acrobazie, quello delle Isole e quello dei Bambù, che ospita il Cylindre sonore del compositore Leitner...
Cité des Sciences et de l’Industrie
30, avenue Corentin-Cariou
Métro: Porte de la Villette
La Cité occupa un edificio gigantesco, costruito nel 1969, nel quale la Technocité avvicina i bambini anche di tre anni e i ragazzi, oltre naturalmente agli adulti, alla tecnologia moderna.
Il planetario presenta il cielo su di uno schermo emisferico di ventun metri di diametro.
Era stata aperta nel 1986 nella sala vendite dell’ex mattatoio ed è un luogo di esplorazione attiva e di esperimenti. Vengono utilizzati i suoni, la luce e le immagini in modo ludico. Chi vuole può inserire la propria immagine in un film o far parlare la Gioconda prestandole la propria voce.
La mostra permanente della Cité si chiama Explora e si ispira ai principi della manipolazione e dell’esperienza, mentre nel settore Images si può partecipare a un museo virtuale.Più lontano, lo spazio Lumière si interessa alla visione in rilievo. Si può partecipare a un dibattito sulla bioetica, mentre l’Innovation passa in rassegna le scoperte tecnologiche del XX secolo. Nello spazio delle Scienze dell’attualità c’è una serie di reportage multimediali, mentre in quello del suono è a disposizione la macchina dei bisbigli, insieme ad altre più surreali.
Alla Cité des Enfants si può fabbricare una nuvola, sognare sotto il Planetario o entrare nel sottomarino l’Argonauta, che ha fatto una decina di volte il giro del mondo…
La Géode – All’altezza del numero 26 di Avenue Corentin Cariou c’è la Géode, un globo argenteo di 36 metri di diametro formato da duemilacinquecento tubi di acciaio imbullonati, che reggono migliaia di riangoli di acciaio. All’interno c’è uno schermo emisferico che avvolge gli spettatori e li fa sentire al centro dell’azione. Il Cinaxe, invece, è una sala di simulazioni per una sessantina di persone, uno spazio di proiezione mobile dove lo spettatore si muove insieme allo schermo. La sala Lumière, infine, con i suoi film in rilievo, è magica.
Nei mesi di luglio e agosto, tutte le sere alle 22 ci sono le proiezioni all’aperto su di uno schermo gigantesco. Vi vengono proiettati dei film classici e di culto. L’enorme prateria si trasforma così in una enorme sala cinematografica gratuita.
Cité de la Musique
221, avenue Jean Jaurès
Métro: Aubervilliers-Pantin-Quatre Chemins
La Cité de la Musique è stata inaugurata nel 1995, per essere un luogo d’insegnamento e di esercizio, oltre che di scoperta del patrimonio musicale francese. E’ uno spazio con un’offerta culturale ricca e varia, con centinaia di artisti che rappresentano la musica di tutto il mondo. Fra le manifestazioni più famose c’è il Villette Jazz Festival. Alla Cité, inoltre, ci sono delle mediateche e un centro di documentazione.
Al Cabaret Sauvage, poi, ci sono spesso dei concerti per tutti i gusti e al Tarmac, oltre ai concerti, ci sono anche gli spettacoli. Il cuore della Cité, tuttavia, è la sala dei concerti, avvolta dalla rue Musicale, che segue un movimento a spirale. La forma dell’edificio si ispira al mito del tiranno greco Dionisio, che faceva lavorare i suoi schiavi al fondo di una grotta sotterranea a spirale, dalla quale gli giungevano in modo amplificato anche i bisbigli, permettendogli di scoprire eventuali complotti ai suoi danni.
Qui sono rappresentati quattro secoli di musica, dalla nascita dell’opera nel XVII secolo, allo sviluppo della sinfonia e del concerto, all’influenza del romanticismo sul linguaggio musicale nel tempo.
Nel museo sono conservati anche molti strumenti musicali del passato, fra cui uno dei pianoforti di Chopin, un violino Stradivarius e il sintetizzatore di Frank Zappa. Fra gli strumenti più bizzarri ci sono un flauto di cristallo, una chitarra ricavata dal guscio di una tartaruga, dei fagotti russi decorati da teste di mostri. C’è anche un contrabbasso alto tre metri e mezzo, più adatto a un gigante che a un uomo normale. Fra gli strumenti di altri paesi ci sono ad esempio i gong e gli xilofoni del Sud Est asiatico. C’è anche una glass armonica che emette un suono celestiale.
Nell’auditorium del conservatorio di Musica e Danza, al n° 209 di Avenue Jean-Jaurès, ci sono dei concerti e degli spettacoli di danza gratuiti offerti dagli allievi dell’istituto.
L’edificio al numero 161 di avenue Jean Jaurès è una delle sedi della Fedération compagnonnique a Parigi. Un tempo essa era detta ‘cayenne’, offerta dai Compagnons du Devoir, lavoratori edili ed artigiani, che effettuavano il Tour de France. Sopra alle colonne della facciata ci sono le statue di mastro Soubise, del re Salomone e di mastro Jacques, il fondatore dei Compagnons du Devoir. Ci sono anche la squadra e il compasso.
Parc de la Butte-du-Chapeau-Rouge - Poco a sud del parco della Villette, lungo la Périphérique, vicino al métro Pré-Saint-Gervais, c’è questo spazio verde realizzato dall’architetto Azéma nel 1939. Il suo nome deriva da quello di una taverna. Sulla sua collina Jean Jaurès convocava le sue manifestazioni pacifiche. Sul lato del boulevard de l’Algérie c’è una fontana monumentale detta L’Accueil de Paris o La Femme au bain, dominata dalla statua di Eva.
Una manifestazione molto interessante che si svolge in questo parco è il festival Silhouette. Ha luogo all’aperto fra la fine di agosto e l’inizio di settembre, dura una settimana e propone molti cortometraggi di qualità. Eglise de Saint-Serge-de-Radogène
93, Rue de Crimée
Métro: Laumière, Ourcq
Il 18 luglio del 1924, giorno di Saint Serge de Radogène, era stato definito l’acquisto di una chiesa tedesca confiscata come danni di guerra. Oggi, la sua facciata di legno è tutta dipinta, mentre ai lati del portico c’è uno scalone doppio, anch’esso dipinto, con il parapetto traforato. L’interno, ricco di icone dorate, è stato decorato dal pittore Stellestzky, che gli ha restituito l’atmosfera e la preziosità della vecchia Russia. Il fregio che corre in alto illustra la vita degli apostoli e del Cristo. La piccola cupola è dipinta di azzurro. Le candele diffondono un buon odore di cera d’api durante l’ufficio religioso, accompagnato da un coro maschile.
Al numero 80 della vicina rue de l’Ourcq, c’è la chiesa di Saint-Luc, dalla facciata di vetro e acciaio, opera dell’architetto Montel. Anche l’interno è molto moderno, high-tech e c’è una lunga vetrata gialla, verde e arancio che lascia passare una bella luce colorata.
Poco più avanti, al secondo piano del palazzo al numero 97 bis di rue de Crimée, ci sono due magnifici atlanti intenti a decorare il balcone sovrastante. Quello di sinistra ha in mano un martello e uno scalpello, quello di destra ha un rullo da imbianchino.
Rotonde de la Villette
6-8, Place Stalingrad
Métro: Jaurès, Stalingrad
L’edificio, costruito poco prima della Rivoluzione, faceva parte del muro dei Fermiers généraux. E fungeva da sbarramento per chi portava in città delle merci sottoposte alle tasse. È uno dei quattro ingressi rimasti dei quaranta originari e, per disegnarlo, l’architetto Ledoux si era ispirato al Palladio. Dentro c’erano le stanze per il corpo di guardia e i magazzini. Nel 1791 il dazio è stato soppresso e l’edificio è diventato una caserma. Oggi ospita un ristorante.
All’angolo di rue Armand-Carrel con rue Bouret c’è una bella fontana neoclassica ideata da Pouillon nel 1987, detta du conservatoire Jacques-Ibert. È formata da due vasche rettangolari incastrate l’una nell’altra, che raccolgono l’acqua discendente da un’anfora gigante.
Bassin de la Villette
Quais de Loire et de Seine
Métro: Jaurès, Stalingrad
All’inizio dell’800 la funzione di questo bacino era quella di fornire acqua potabile alla città. Si veniva a passeggiare sui suoi bordi, vi si praticava il canottaggio e si faceva il bagno. Poi, per tutto il ‘900, il traffico fluviale ha sostituito gli svaghi e sulle rive sono stati costruiti dei magazzini per le merci. Quando l’attività commerciale è declinata, le chiatte sono state trasformate in ristoranti e i battelli sono stati adibiti a crociere. Anche qui, come sui bordi della Senna, nei mesi estivi c’è Paris Plage. Alcuni dei vecchi magazzini ospitano i cinema MK2, altri sono diventati delle residenze universitarie. Dalla passerella che scavalca il bacino si vede salire e scendere il ponte levatoio di rue de Crimée.
L’architetto Huet ha collocato a strapiombo sul bacino una vasca rettangolare, che è possibile attraversare in mezzo a una fantasmagoria di giochi d’acqua. Un po’ più lontano, sulla place de la Bataille-de-Stalingrad, lo scultore Jeanclos ha collocato la fontana Ephésienne, costituita da una vasca circolare di scisto nero con un palo al centro, in cima al quale c’è una statua drappeggiata, seduta in posizione meditabonda.
Quartiere della Mouzaïa
Rue Mouzaia, Rue Miguel-Hidalgo
Metro Danube
È un gruppo di piccole case con giardino, con un fascino antico. Ha il nome di una località dell’Algeria e nel sottosuolo c’erano delle cave di gesso. Quando le cave sono state chiuse e usate come deposito per scarti e rottami, il quartiere è diventato un rifugio di briganti e di borsaioli. Poi vi sono state costruite delle casette con il giardino per gli operai, separate da stradine dai nomi pittoreschi. In primavera, il profumo dei lillà, delle rose e del caprifoglio è inebriante.
Per chi è interessato alla toponomastica, intorno alla vicina piazza de Rhin et Danube, c’è un gruppo di vie denominate: Liberté, Egalité, Fraternité, Solidarité, Progrès. Ricordiamo che nel 1871, in questo quartiere avevano imperversato gli scontri fra le truppe regolari, soprannominate Versaillais, e i membri della Comune.
La città dei lavoratori
2, place du Colonel-Fabien
Métro: Colonel Fabien
L’imponente edificio di sei piani, concepito dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer nel 1965, è la sede del Partito Comunista Francese. Sembra una tenda di vetro che galleggia sopra al terreno, ma vista dall’alto, la struttura ricorda la forma della falce e del martello. L’ingresso, a cui si accede da un piano inclinato, è abbastanza nascosto, la hall invece è molto spaziosa e le pareti trasparenti rendono l’interno molto luminoso. La cupola bianca, destinata a sala conferenze, è di epoca posteriore. Da qui si gode di una vista eccezionale sul bacino della Villette.
Messa in lingua creola - Al numero 112 della vicina Avenue Simon-Bolivar c’è la chiesa di Saint-Georges-de-la-Villette, affidata alla comunità haitiana. La domenica pomeriggio vi si celebra la messa in lingua creola, con le bambine vestite di bianco e gli uomini in costume. La musica e il canto delle donne ritmano la celebrazione e l’atmosfera è piena di calore. Il sacerdote fa la predica in lingua creola e si indirizza ai fedeli con grande fervore, inframmezzando le proprie parole con i canti. Se siete in zona, andateci, è un’esperienza diversa e commovente.
Parc des Buttes- Chaumont
Place Armand Carrel, rue Manin, rue Botzaris
Métro: Botzaris, Buttes-Chaumont
Il parco è stato creato da Jean-Charles Alphand nel 1867, in occasione dell’Esposizione universale. Era stato Napoleone III a decidere di trasformare quella collina brulla – chaumont deriva da mont chauve, monte calvo – dove c’erano state cave di pietra in un parco per le masses laborieuses della capitale. È stato necessario trasportare delle tonnellate di terra in un luogo un tempo sordido, con le gallerie sotterranee diventate delle discariche di rifiuti. Ma Alphand è riuscito a farlo diventare il ‘paradiso leggendario’ di cui parla Aragon ne Le Paysan de Paris. Oggi il parco si estende su 25 ettari due dei quali occupati dal lago. I suoi falsi massi rocciosi e le stalattiti artificiali delle grotte hanno nutrito i sogni dei surrealisti e l’immaginazione dei romantici. Sul promontorio alto 30 metri c’è una scogliera simile a quella di Etrétat e c’è un piccolo tempio della Sibilla, simile a quello di Tivoli, vicino a Roma, opera di Davioud. È decorato da foglie d’acanto, da frutti e da teste di leone. Da lassù si gode di una vista magnifica.
A differenza di altri parchi di Parigi, dove non si può camminare sulla pelouse, qui i prati possono essere calpestati e ci si può rotolare giù per i pendii erbosi. Per i bambini ci sono spettacoli di marionette e un carretto trainato da un asino su sui fare un giro.
A ovest del parco c’è un quartiere meravigioso, delimitato da rue Simon-Bolivar, rue Manin e rue Mathurin-Moreau. Si chiama la Butte Bergère ed è formato da case basse. con il giardino. Al centro c’è una graziosa chiesetta di stucco.
Rue des Fêtes - Un tempo, la via delle Feste era una strada di campagna, che univa i villaggi della zona. Oggi si percorre questa stradina per il piacere di passeggiare in un ambiente dall’aspetto provinciale e pittoresco, ideale per bighellonare. Le case che la costeggiano risalgono agli anni ’30 e hanno tutte dei dettagli originali: un tetto a terrazza pieno di piante, una bella vetrata, un frontone, un fregio, un mosaico... Su place des Fêtes, dove si svolgevano le feste di Belleville, Marta Pan ha installato una fontana a forma di labirinto circondato da gradinate.
Eglise Saint Jean-Baptiste-de-Belleville
139, rue de Belleville
Métro: Jourdain
La chiesa dedicata a San Giovanni Battista è del 1854 e ne sostituisce una precedente diventata troppo piccola per contenere tutti i fedeli. Si racconta di un parrocchiano che si era issato sul suo asino per riuscire a sentire le parole della predica, ma che questo si era messo a ragliare. “Fate tacere quell’asino!” ha urlato qualcuno dei fedeli. Il parroco però ha pensato che la frase fosse diretta a lui e ha ritorto: “Fate uscire questo insolente!”. A quel punto, per evitare altri spiacevoli incidenti del genere, si è deciso di affrettare l’inizio dei lavori della nuova chiesa. E’ stato l’architetto Lassus a realizzarla, in stile neogotico.