VIII Arrond. - Parigi Controcorrente 2020

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In questo arrondissement ci sono molti palazzi importanti della politica, a cominciare da quello dell’Eliseo e dal Ministero dell’Interno, ci sono numerosi musei di grande interesse quali il Jacquemart André e il museo dell’Orangerie, c’è il ponte più elegante di tutti, l’Alessandro III, e c’è uno dei parchi più affascinanti, il parco Monceau. Qui c’è anche il monumento più famoso della capitale, l’Arc de Triomphe dell’Etoile, inaugurato nel 1836. Uno dei suoi dettagli, intonati allo spirito di questo tipo di costruzioni, destinate a celebrare le vittorie militari di qualcuno, è il bassorilievo che si trova sulla destra di chi guarda. Vi sono incise le parole di apertura della Marsigliese “Allons enfants de la Patrie, le jour de gloire est arrivé” e vicino c’è un bassorilievo che raffigura il Départ des volontaires nel 1792.  

Era stato il deputato Raspail, nel 1880, a far approvare una legge che stabilisse il 14 luglio come data per la festa nazionale. Da allora ogni anno, in quel giorno c’è la parata militare. La mattina sfilano le truppe a piedi, a cavallo, quelle motorizzate e anche quelle aeree. Il Presidente vi partecipa stando in piedi sulla sua Jeep, poi  va a sedersi nella tribuna presidenziale in place de la Concorde, in mezzo agli altri membri del governo e alle autorità invitate. Nel pomeriggio, poi, c’è la festa popolare con musica, balli e pic-nic. La sera ci sono i fuochi d’artificio. Nel 1916 era nata l’idea di rendere omaggio alle centinaia di migliaia di soldati morti nella prima Guerra Mondiale. Lo si è fatto attraverso un soldato anonimo, le Soldat inconnu, ovvero il Milite ignoto. La fiamma, che si trova sotto all’Arco di Trionfo, è stata accesa nel 1923 e viene ravvivata tutte le sere alle 18.30.   
Lungo gli Champs Elysées si svolge un’altra sfilata, ben più simpatica di quella militare, quella dei corridori del Tour de France che trovano qui il loro traguardo. La quarta domenica di luglio la maglia gialla con la sua squadra e tutti i partecipanti entra nel grande viale. Le tre settimane di fatica sono finite...

Arte contemporanea – A Parigi ci sono circa duecento gallerie d’arte. Nella capitale si svolge anche la Fiera dell’arte contemporanea, la Fiac, che è una delle grandi fiere internazionali. Per l’occasione si sistemano diverse tende bianche nella Cour Carrée del Louvre e si fa il possibile di conciliare il mercato con le opere messe in mostra, tenendo conto anche del gusto dei compratori. Allo stesso tempo si organizzano anche le fiere off, in luoghi diversi, uno dei quali è la Cité de la mode et du design. Nelle gallerie dell’Espace Cardin, invece, c’è lo Show Off, mentre al Centre 104 c’è lo Slick.  

Hôtel Elysées Céramic
34, Avenue de Wagram
Métro: Charles de-Gaulle-Etoile  
      
Lavirotte è considerato, insieme a Guimard, il migliore rappresentante dell’Art nouveau. Con l’aiuto del ceramista Bigot e dello scultore Alaphilippe, egli ha scolpito sulla facciata del palazzo delle piante rampicanti dai volumi quasi geometrici e l’ha rivestita di piastrelle di ceramica. I motivi vegetali Art nouveau dei cancelli e dei balconi, invece, tendono all’astrazione, anche se per molti mesi sono coperti dalle fronde dei platani e non li si può apprezzare interamente.

L’hôtel Salomon-de-Rothchild e il suo giardino
11, Rue Berryer
Metro George V

Sull’area dell’attuale palazzo sorgeva la Folie Beaujon, la stravagante dimora di campagna di Nicolas Beaujon, banchiere alla corte di Luigi XVI, diventata poi un luogo di intrattenimento con le balere e gli spettacoli.     
Nel 1874, Eva de Rotchild, appartenente alla famiglia di finanzieri israeliti, originari di Francoforte, dalla ricchezza tanto proverbiale da essere entrati nel modo di dire. La baronessa de Rothschild ha fatto radere al suolo la costruzione precedente per costruirvi il palazzo che vediamo oggi, ceduto allo Stato per installarvi una casa d’Arte. L’istituzione si chiama Fondation des Arts graphiques, ovvero Fondazione delle arti grafiche e plastiche, con una collezione di curiosità  e di oggetti molto eterogenei.  
In questo luogo, nel 1932, Gorgulov, un esaltato russo, ha assassinato il presidente Paul Doumer, prima governatore generale d’Indocina, poi presidente del Senato, infine presidente della Repubblica.  

Dal 1998 il grande giardino, che si trova lungo l’avenue de Friedland e i cui ingressi sono in place George Guillaumin e in rue Balzac, è aperto al pubblico. È un’oasi di pace lontano dal caos del traffico e dell’animazione del quartiere e, nel corso dell’anno, vi si susseguono molte mostre interessanti.

Cité Odiot
Rue de Washington, 26
Metro George-V

A due passi dall’Arc de Triomphe, dietro all’Avenue des Champs-Elisées, c’è un’oasi di pace, un grande prato alberato bordato di palazzi ottocenteschi dalle facciate armoniose, che porta il nome dell’orafo Jean-Baptiste Odiot. La Francia ha avuto molti valenti maestri nell’arte orafa. Unendo l’oro agli smalti e alle pietre preziose quegli artigiani hanno creato dei meravigliosi gioielli. Inoltre, sin dal tempo di Luigi XIV l’arte è stata applicata anche ai tavoli, agli specchi e ai candelieri con funzione decorativa.  
La produzione di molti artisti francesi, fra i quali Odiot, è diventata particolarmente raffinata agli inizi dell’800, con lo stile Impero. Odiot è anche conosciuto  per aver fornito a Napoleone I la spada e lo scettro imperiale e, più tardi, la culla del re di Roma. Con i soldi guadagnati si era fatto costruire un bel palazzo su quest’area. Purtroppo il palazzo non esiste più, ma sopravvivono le scuderie, che sono state trasformate.

The American Cathedral
23, avenue George V
Métro: George V, Alma-Marceau

Gli anglicani nel mondo sono circa settanta milioni e la cattedrale americana è uno dei trenta edifici religiosi presenti nei vari paesi. È opera di George Street ed è un bell’esempio di architettura neogotica inglese del 1886. Le vetrate illustrano i cantici Venite e il Te Deum. Il chiostro è dedicato alle vittime delle due guerre mondiali.
Al numero 65 del vicino quai d’Orsay c’è invece la Chiesa americana interconfessionale, che accoglie i metodisti, i battisti, i cattolici e i presbiteriani, oltre naturalmente agli anglicani. Vi si tengono anche diverse iniziative culturali.
Giardino verticale del Pershing Hall Hôtel – Al numero 49 di rue Charron c’è un hotel che durante la Prima Guerra Mondiale era la residenza del generale americano di cui ha conservato il nome. È un edificio molto elegante che lungo uno dei muri interni ha un giardino verticale alto più di trenta metri. In alto ci sono delle piante più resistenti al freddo, in basso ci sono delle piante esotiche. Ai piedi di questa cascata vegetale ci sono i tavolini del bar.
           


Palais de la Découverte
Avenue Franklin-Delano-Roosevelt
Metro: Champs-Elysées-Clemenceau

‘Nel cuore di Parigi il presente della scienza’ dice il bellissimo dépliant. Questo tempio della conoscenza, ereditato dall’Esposizione universale del 1900, ospita cinquantasei sale a tema. C’è quella che illustra i grandi principi della chimica organica e inorganica, quella che illustra la fisica con i principi che reggono il mondo; quella della matematica che ha l’obiettivo di dimostrare quanto essa sia una disciplina viva. Ci sono poi le scienze della terra, con gli oceani che vi circolano, l’astronomia con il planetarium di quindici metri che permette di visualizzare i fenomeni astronomici; le scienze della vita con l’illustrazione di alcuni aspetti fondamentali della fisiologia e della biologia e molto altro …Nel suo insieme è un importante centro culturale e scientifico nonché un interessante museo per i ragazzi.

Questi ultimi trovano particolarmente interessanti i circuiti interattivi su argomenti quali la comunicazione animale, le illusioni ottiche, la nascita dei vulcani… Ogni giorno, poi, ci sono delle mostre e delle conferenze che rendono accessibili a tutti i contenuti della scienza. La Lumière è un ambiente futurista, dove si scopre che cos’è un oggetto fluorescente o che cos’è un ologramma. In occasione delle mostre sull’elettrostatica è presentato l’esperimento di Faraday. Alcuni degli esperimenti, come quello in cui un addetto fa rizzare i capelli sulla testa ai volontari con l’aiuto di un generatore, sono divertenti e spettacolari.  

Grand Palais des Beaux Arts
Avenue Winston Churchill
Métro: Champs-Elysées-Clémenceau

Il Grand Palais era stato costruito in occasione dell’Esposizione universale del 1900. Era destinato a glorificare l’arte francese, ma ha accolto anche altre grandi manifestazioni, come quelle dell’aviazione, dell’automobile, delle arti domestiche, dell’infanzia, del libro… Essendo stato costruito quando non esisteva l’illuminazione elettrica, è stato dotato di grandissime vetrate, che rendono molto luminoso l’interno. Inoltre, i soffitti dipinti dei padiglioni, il ferro battuto delle scalinate, il pavimento in mosaico del primo piano contribuiscono a farne un’opera architettonica molto pregevole.  
Petit Palais - Come il Grand Palais, anche questo è stato costruito da Girault, per l’Esposizione universale del 1900. Accoglie delle opere che rendono omaggio all’antichità greca ma anche alle correnti del Novecento. Ci sono alcune tele di Gustave Moreau, delle sculture, strane, di Carriès e dei gioielli di Fouquet … E poi ancora delle icone russe, dei quadri fiamminghi, dei mobili barocchi, delle terracotte e dei vasi Art nouveau. È stata anche ricostruita la meravigliosa sala da pranzo dell’architetto Guimard.  
Anche il giardino, con le palme lungo i viali, i banani e le altre piante esotiche nei vasi, le graminacee che ondulano al vento nella bella stagione, è incantevole.  

Lo specchio delle naiadi - Nella square dedicata al chimico e uomo politico Jean Perrin, davanti allo scalone del Grand Palais, c’è la fontana detta Miroir d’eau, Specchio d’acqua con la Senna e i suoi affluenti. È di marmo bianco ed è decorata da tre gruppi allegorici con naiadi distese che giocano con i bambini in mezzo alle piante acquatiche. Nel cortile interno del Petit Palais, invece, lo scultore Lamourdedieu ha realizzato tre vasche con un colonnato semicircolare, sul fondo delle quali si vede il mosaico turchese, viola e oro del fondo.  

Chapelle Notre-Dame-de-Consolation
Rue Jean-Goujon, 23  
Métro : Alma-Marceau

Il 4 maggio del 1897 centoventinove persone hanno trovato una morte orrenda nell’incendio del Bazar de la Charité. Le vittime erano quasi tutte donne, bruciate vive o calpestate dalla folla in preda al panico. La maggior parte di esse apparteneva alla nobiltà francese, erano Dame di San Vincenzo che si trovavano in questo luogo per una vendita di beneficenza. Il bazar, che sorgeva sull’area dell’attuale cappella, era formato da una serie di grosse tende e si pensa che il dramma sia stato causato dai vapori di una lampada a etere destinata alla proiezione cinematografica, troppo vicina a un fiammifero acceso, che abbiano fatto prendere fuoco allo schermo. Il fuoco si è rapidamente propagato ai tendaggi e agli stand di legno e cartapesta, che riproducevano una via medioevale con tutte le sue botteghe. Fra le vittime c’era anche la duchessa di Alençon, sorella di Sissi, l’imperatrice d’Austria.    
La cappella neobarocca Notre-Dame-de-la-Consolation, ovvero della Madonna Consolatrice, commemora quella tragedia. È stata costruita da Guilbert nel 1900 e, con il suo bel pavimento di marmo a intarsio, è semplice e solenne. I dipinti della cupola, sorretta da colonne di marmo, raffigurano il Cristo nella sua gloria e la Madonna che tende la mano verso il proprio figlio, nell’atto di accogliere le vittime dell’incendio. Dietro all’altare maggiore c’è la galleria dei ricordi, con le foto e gli oggetti salvati. Oggi la chiesa è sede della Missione cattolica italiana, affidata ai Padri Scalabriniani.   
Vicino alla cappella, al numero 15 della stessa via, c’è una chiesa costruita anch’essa da Guilbert, affidata alla congregazione armena……..       

Musée Pierre Cardin
3, rue Royale
Métro: Concorde, Madeleine

Nel 1981 Pierre Cardin aveva acquistato il palazzo dove c’è il ristorante Maxim’s e agli ultimi tre piani ha ricreato l’appartamento di una cortigiana. C’è abbondanza di pizzi, di velluti, di nastri e di perle e ci sono più di cinquecento pezzi Art nouveau provenienti da tutto il mondo. La collezione comprende dei mobili dalle curve quasi femminili, delle ceramiche, dei pezzi di vetreria Tiffany e degli abat jours di ogni colore. Il pezzo più bello, però, è il letto, con molte decorazioni floreali. Sul tavolo da toeletta ci sono le spazzole appartenute a Sarah Bernhardt.
La tappezzeria riproduce i motivi di un quadro di Vuillard. Nella sala da pranzo la tavola è apparecchiata.   

Eglise Saint-Philippe du Roule  
154, Rue du Faubourg Saint-Honoré
Métro : Saint-Philippe du Roule  

Già nel medioevo il villaggio di Roule, che sorgeva qui, aveva una cappella dedicata a san Filippo e a san Giacomo. Alla fine del XVIII secolo, al posto della cappella è stata costruita una chiesa.
Oggi essa è conosciuta soprattutto per il bell’affresco di Chasseriau che decora la volta dell’abside e che raffigura la deposizione del Cristo dalla croce, mentre i soldati romani si giocano ai dadi la sua tunica. Oltre la porta della cappella des Catéchismes, inoltre, c’è l’orto del presbiterio, visitabile nei giorni della Fête des Jardins di settembre. In quei giorni le piante di zucca raggiungono il massimo della loro crescita e sono davvero uno spettacolo!.

Notre Dame de l’Annonciation – Rue du Faubourg-Saint-Honoré è una via di negozi di alta moda e non ci si aspetterebbe di trovarvi un monastero. L’edificio è ben nascosto dietro alla brutta facciata di un palazzo moderno al numero 222 e c’è anche la chiesa. Il verdissimo chiostro dei frati domenicani è molto bello e, se chiedete con gentilezza, ve lo mostrano volentieri. La chiesa dell’Annunciazione è di stile classico, è molto grande e ha una cupola affrescata.  

Eglise Sainte-Marie Madeleine
Place de la Madeleine
Métro: Madeleine
 
La costruzione di questa chiesa era iniziata nel 1764. Luigi XIII aveva ordinato all’architetto di darle  l’aspetto di un tempio greco e questi vi ha collocato cinquantadue colonne scanalate. Nei decenni successivi le proposte sulla sua utilizzazione sono state più di una. Durante l’Impero si era ipotizzato di farne la sede della Borsa o della Banca di Francia, Napoleone invece voleva farne il Tempio della Gloria…L’interno è senza navate e transetto, ha tre cupole e gli archi sono sorretti da colonne corinzie, vi sono mosaici e affreschi. Sopra l’altare maggiore c’è il complesso scultoreo raffigurante la Gloria di Maria Maddalena, opera di Carlo Marochetti. Un altro pregevole gruppo scultoreo si trova nel vestibolo e raffigura il Battesimo di Cristo.  Oggi è una chiesa di culto cattolico. Due domeniche al mese vi sono concerti d’organo e canti corali.
Al numero 28 di place de la Madeleine c’è la Pinacoteca di Parigi, che ospita delle mostre dedicate alle tematiche particolari di alcuni  artisti del Novecento.  

Toilettes a cinque stelle
Place de la Madeleine
Metro Madeleine

Alla Madeleine ci sono delle toilettes magnifiche e solo Harrod’s a Londra può vantarne di più lussuose. Le pareti della scala che porta nel sottosuolo dove si trovano hanno una decorazione di mosaici bordati di strisce di colore e di motivi floreali. La scritta: ‘Construit par les Etablissement Porcher –Paris-Revin – 1905’ dice che la loro costruzione risale all’inizio del Novecento. Il pavimento e i muri sono rivestiti di ceramica, le porte sono di legno rosso scuro e hanno dei vetri colorati con dei disegni di fiori stilizzati. Gli specchi sono tagliati a ugnatura e c’è anche una piccola vetrina che espone dei vecchi oggetti da toeletta. Sopra a una pedana c’è la poltrona su cui ci si sedeva per farsi lucidare le scarpe. Le cabine sono spaziose e in ognuna ci sono uno specchio e un piccolo lavabo di porcellana.  

Mobilitazione generale – Come al Palais Royal si sono conservate le targhe con i reglements des palais, che contengono, ad esempio, il divieto di vestirsi in modo sconveniente, così al numero 1 della rue Royale, vicino al ristorante Maxim’s, sul muro dell’antico palazzo Coislin è rimasto un manifesto protetto da un vetro. Si legge: “Le maire du 8e arrd. porte à la connaissance de ses administrés que la mobilisation générale est déclarée. Le premier jour de la mobilisation est fixé au dimanche 2 Aôut  (de minuit à minuit). Le maire du 8e arrondissement Dr. Ph. Maréchal. Les adjoints (vice/collaboratori) J. Sansboeuf, Dr. Ch. Gordon, J. Deroste ” (Il sindaco dell’VIII arrondissement porta a conoscenza dei suoi concittadini che è dichiarata la mobilitazione generale. Il giorno stabilito per la mobilitazione è domenica 2 agosto (da mezzanotte a mezzanotte).”. Secondo alcuni questo ordine di mobilitazione generale per la Prima Guerra mondiale si troverebbe in questo posto dal 1914, secondo altri si tratterebbe di un fac-simile.  

Chapelle Expiatoire
29, rue Pasquier - Square Louis XVI
Métro: Saint-Augustin, Saint-Lazare

Nel terreno circondato da un’alta cancellata dove oggi giocano i bambini, nel 1792 erano stati gettati i corpi dei ghigliottinati di place de la Concorde, sia aristocratici che rivoluzionari. C’erano anche quelli di Luigi XVI e di Maria Antonietta, che sono rimasti lì per 21 anni prima della traslazione nella cripta della basilica di Saint-Denis. La piazzetta dedicata al re è stata creata nel 1865 e vi è stato costruito un mausoleo, detto Chapelle Expiatoire, dedicato alla memoria dei sovrani. L’edificio di stile neoclassico reca sulla facciata la scritta: “Le roi Louis XVIII a élevé ce monument pour consacrer le lieu où les dépouilles mortelles du roi Louis XVI et de la reine Marie Antoinette ont reposé pendant XXI ans.” (Il re Luigi XVIII ha costruito questo monumento per consacrare il luogo in cui le spoglie mortali del re Luigi XVI e della regina Maria Antonietta hanno riposato per XXI anni).
Il gruppo scultoreo all’interno raffigura Luigi XVI sorretto da un angelo e sul piedestallo è inciso il suo testamento. Un altro gruppo raffigura Maria Antonietta sorretta dalla Religione, con in mano l’ultima lettera scritta alla cognata.

Impressionisti a Saint Lazare
Métro: Europe, Saint-Lazare

La vista sulla stazione di Saint-Lazare goduta dal ponte de l’Europe aveva affascinato i pittori impressionisti. Il treno era agli albori ed era considerato un mezzo di trasporto prodigioso. Inoltre, la rete di binari sottostante era uno spettacolo insolito. Forse Monet, appoggiato alla balaustra del ponte, avvolto dalle nuvole di vapore che salivano dalle rumorose locomotive, fantasticava sulle destinazioni che avrebbe potuto raggiungere. Non è mai partito, ma in compenso ha dipinto non una, ma una serie di tele, che cambiavano a seconda dell’ora e del tempo atmosferico. Aveva anche convinto il direttore della stazione a mettere in moto contemporaneamente tutte le locomotive, per aumentare la quantità di fumo e renderlo denso e scuro.   
Place de l’Europe ha due aspetti curiosi. La prima è che vi confluiscono ben cinque strade : rue de Saint-Pétersbourg, rue de Liège, rue de Vienne, rue de Londres, rue de Madrid et rue de Constantinople. La seconda è che non ha alcun ingresso che vi si affacci.  

E, a proposito di cose curiose, al numero 15 della vicina rue Clapeyron ci sono delle cariatidi nude, in posa seducente, con i seni puntati verso i passanti.  
L’edificio un po’ kitch con le travi a vista sulla facciata, che si trova al numero 119 di rue Saint-Lazare, era la sede di una fabbrica di birra alsaziana, detta ‘Le royaume de la bière’. Oggi il palazzo appartiene alla  catena di ristoranti fast-food Mc Donand. Sul tetto c’è una grande cicogna dentro al nido. Una curiosità da vedere.   

Musée Jacquemart André
158, Boulevard Hausmann
Metro: Miromesnil

Édouard André aveva conosciuto la futura moglie Nélie Jacquemart quando lei gli aveva fatto un ritratto. Lui apparteneva a una famiglia di banchieri, che nel 1868 aveva fatto costruire l’elegante palazzo dove erano andati ad abitare e che oggi ospita il museo. Oltre alla splendida sala da ballo dove si davano i ricevimenti, c’era la camera da letto di lei in stile Luigi XV, c’erano la galleria des Musiciens e il fumoir, a sinistra del giardino d’inverno. Le porte erano decorate e incorniciate da architravi di pietra. La coppia aveva cominciato a viaggiare in Europa e in Oriente, alla ricerca di opere d’arte per la propria collezione. Hanno acquistato opere del Rinascimento italiano, del ‘700 francese, quadri fiamminghi, affreschi, tappezzerie… Tre sale dell’attuale museo – la blu, la rosa, la porpora – ospitano una prestigiosa collezione di opere del Quattrocento. Ci sono delle sculture, degli steli di chiesa, dei quadri di Vergini con il Bambino… La sala fiorentina ospita dei Botticelli, il famoso San Giorgio e il drago di Paolo Uccello e una Madonna e i Santi del Mantegna. Nella sala veneziana ci sono dei quadri del Carpaccio, sotto a un soffitto a cassettoni dai motivi astrologici e mitologici.  

Parc Monceau
35, boulevard de Courcelles
Métro: Monceau

Nel 1778, il duca di Chartres aveva chiesto a Carmontelle di progettare un giardino pittoresco, una ‘folie’ che contenesse simbolicamente diversi paesi. L’Egitto sarebbe stato rappresentato da una piramide, la Grecia dalle rovine, Roma da una naumachia, la Tartaria da una tenda esotica, la Cina da una pagoda, l’Olanda da un mulino, l’Italia intera da una vigna… Purtroppo, quel grande parco non esiste più. Napoleone III lo ha fatto ridurre, per trasformarne una parte in parco pubblico.  
In seguito, l’amministrazione pubblica ha acquistato quel che restava della ‘folie’ del duca, ha fatto recintare l’area, corredandola di quattro splendidi cancelli monumentali in ferro dorato, disegnati da Davioud. Anche se non molto grande, il parco è ricco di fascino. Le piante rare sono le stesse del tempo di Marcel Proust, che veniva qui da bambino a giocare con il cerchio, in compagnia dell’amica Antoinette Faure.  

Una naumachia mai attuata – Il parco ha conservato alcune tracce delle stravaganze che il duca di Chartres voleva far costruire. La grande vasca ovale vicino all’ingresso si trovava vicino al muro dei Fermiers-Généraux. Carmontelle aveva pensato di trasformarla in una naumachia, simbolo dei combattimenti navali dell’antica Roma. Le colonne che ne costeggiano una parte facevano parte di una cappella che Caterina de’Medici aveva cominciato a far costruire.     
Garnerin, primo paracadutista – André-Jacques Garnerin ha avuto per primo l’idea di saltare nel vuoto attaccato a un dispositivo fatto di tela e di corde. Erano le 17.30 del 22 ottobre del 1797. Garnerin, portato su da una mongolfiera a mille metri d’altezza, si è gettato e ha cominciato a scendere verso la plaine Monceau, dove è atterrato senza incidenti.

Musée Nissim de Camondo
63, Rue de Monceau
Métro: Monceau, Villiers

La famiglia ebrea dei Camondo è originaria della Spagna, paese che ha dovuto lasciare a causa dell’Inquisizione. Nel 1867 essi erano venuti in Italia, dove Moise de Camondo, in cambio di una generosa elargizione di denaro, era stato fatto conte da Vittorio Emanuele II. Durante il secondo Impero, la famiglia si è poi trasferita a Parigi. Il conte Camondo era un grande collezionista e all’inizio del Novecento aveva fatto costruire questo palazzo per collocarvi la sua raccolta, quasi tutta dedicata alle arti decorative del ‘700. L’ascensore, l’illuminazione, il riscaldamento sotto il pavimento, il montacarichi ad aria compressa, il sistema di aspirazione integrata dentro ai muri sono uguali ad allora. Le sale ospitano porcellane di Sèvres, argenti del ’700, dipinti, mobili, arazzi che testimoniano i fasti dell’epoca. Le tappezzerie raffigurano le favole di La Fontaine, i tappeti e il mobilio donano all’insieme un tono prestigioso. La collezione comprende anche la cassettiera di Maria Antonietta, da lei usata come scrittoio. La cucina e la stanza dove mangiavano i cuochi raccontano invece la quotidianità della famiglia e della servitù. Il museo porta il nome del figlio di Moise, Nissim, morto durante la prima guerra mondiale. Una delle stanze è dedicata a lui.

Musée Cernuschi
7, Av. Velasquez
Metro Villiers, Monceau

Mentre era in viaggio in Asia, alla fine dell’800, il banchiere di origine meneghina Henri Cernuschi ha sviluppato un grande interesse per l’arte cinese e giapponese. Da allora ha cominciato a collezionare bronzi antichi, ceramiche, specchi, vasi, statue... E poiché il Buddha giapponese di bronzo seduto su dei fiori di loto, alto quasi quattro metri e mezzo, era intrasportabile a causa del peso, egli lo ha fatto tagliare a pezzi. Ha dovuto anche far alzare il soffitto della sala dove lo ha rimontato. Ogni stanza del museo è dedicata a un periodo particolare. Le ceramiche con un disegno detto dessin de la mort appartengono al neolitico. Anche i tripodi decorati di dragoni, usati nei banchetti funebri, sono molto antichi. Poi ci sono delle raffigurazioni di animali stilizzati appartenenti alle dinastie Han e Song, delle porcellane invece appartegono al periodo della dinastia Yuan, il cui capostipite è stato Gengis Khan. Ci sono anche diverse statue di terracotta, di quelle che seguivano il padrone nella tomba, raffiguranti degli animali dalla testa umana, dei danzatori, dei palafrenieri, delle dame di compagnia dall’acconciatura complicata, un’orchestra di otto musiciste donne su cavalli rosa…  

Maison Loo
48, Rue de Courcelles
Metro Courcelles, Monceau

La Maison Loo è una torre quadrata di cinque piani, rossa, con i tetti a falde spioventi coperti di mattonelle lucide e con dei minuscoli balconi, costruita dall’architetto Bloch per Ching Tsai Loo.
Questo signore era venuto a Parigi a fine ottocento, per completare gli studi e per impratichirsi nel commercio. Divenuto specialista nel commercio di antichità orientali, nel 1928 aveva chiesto all’architetto di erigere una casa cinese per le sue collezioni. Essa è tuttora occupata dalla società Loo, che continua l’attività del suo fondatore ed è un angolo di Cina a Parigi. Le sale d’esposizione dai soffitti a cassettoni sono piene di armadi lucenti, di pannelli laccati, di legni scolpiti, di porcellane e di giade trasparenti. L’ascensore sembra una barchetta in lacca traforata. C’è anche una sala indiana recuperata da un tempio indù.    

L’orto del curato – Al numero 7 di rue de Courcelles c’è un terreno che, in origine, era davvero l’orto di un curato. I giardinieri di oggi ne hanno continuato la tradizione, piantandovi degli ortaggi quali pomodori e cetrioli e anche delle fragole. Ci sono molti fiori come le peonie, che servono da mettere in chiesa. Sul padiglione di ferro battuto sormontato da un gallo di metallo, si arrampicano i convolvoli blu e la passiflora. È bello guardarlo dall’esterno, ma a settembre, in occasione della festa dei giardini, ci si può entrare.   
Sia in rue de Courcelles che in boulevard de Courcelles ci sono degli eleganti edifici di inizio Novecento, che uniscono lo stile tradizionale a quello Art nouveau, con risultati molto gradevoli.
 
Cathédrale Alexandre-Nevskij
12, Rue Daru
Métro: Ternes, Courcelles

La cattedrale ortodossa, che dal 1861 fa parte del paesaggio del quartiere, è stata costruita da Kouzmine e Strohm ed è dedicata all’eroe nazionale russo Alexandre Nevsky. Nel 1240, questi aveva sconfitto gli svedesi sulle rive della Neva. La pianta dell’edificio è a croce greca, lo stile è neo bizantino moscovita. I suoi cinque bulbi dorati sono sormontati dalla croce ortodossa. All’interno, sulla volta della cupola c’è il Cristo che benedice i fedeli. Le absidi sono decorate di tele, una delle quali rappresenta il principe fatto santo. Ci sono anche molte icone dorate. Quella raffigurante l’ascensione del Signore era stata offerta dallo zar Alessandro II, come ringraziamento per essere sfuggito a un attentato al Bois de Boulogne. Dopo la rivoluzione del 1917 la chiesa è diventata un luogo d’incontro degli esuli. Nel luglio del 1918 vi si è celebrato il matrimonio di Pablo Picasso con la danzatrice russa Olga Koklova. I testimoni erano Jean Cocteau, Guillaume Apollinaire e Max Jacob. Vi si sono svolte anche le esequie di Turgenev, di Kandinsky e di Tarkovsky.  

Pasqua ortodossa - Venire ad assistere ad una messa è impregnarsi dell’atmosfera molto particolare che vi regna, ma venire il giorno di Pasqua, che cade una decina di giorni dopo quello della Pasqua cattolica, è partecipare a qualcosa di straordinario. La chiesa è piena di splendide uova di legno dipinte di tanti colori. Il servizio comincia il sabato sera verso le 23. I fedeli accendono i ceri e seguono l’arcivescovo che, vestito sontuosamente, guida la processione. Dietro di lui, vengono i preti e i diaconi che reggono la croce, i ceri, le icone, i turiboli pieni di incenso e i candelabri. La processione esce lentamente dalla chiesa, fa il giro intorno all’edificio cantando, poi rientra. L’aria è carica di incenso, la luce delle candele fa brillare gli ori delle icone e dei quadri, le melodie lente dei canti liturgici fanno perdere la nozione del tempo e portano lontano la mente……  
                   
  

 

 
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