Parigi in movimento
Stazioni ferroviarie – Alla metà del XIX secolo a Parigi si è verificata un’esplosione del traffico ferroviario, con la creazione di grandi stazioni e di grandi linee. Oggi la capitale ha diverse stazioni, grandi e piccole. Fra quelle più grandi ci sono: la Gare du Nord, nel XIX arrondissement, da dove partono i treni per il nord della Francia e per Londra; la Gare de l’Est, nel …, da dove partono i treni verso l’est della Francia, verso la Germania la Svizzera e il Lussemburgo; la Gare de Lyon, nel XII arrondissement, da dove partono i treni per l’Italia da dove partono i treni verso l’est e il sud del paese, verso l’Alsazia, oltre che verso la Spagna e l’Italia e la Gare de Montparnasse, fra il XIV e il XV arrondissement, da dove partono i treni per l’ovest e la Bretagna.
Gare du Nord – La Compagnie des chemins de fer du Nord, di proprietà di James de Rotschild, aveva costruito una prima stazione nel 1846, chiamandola l’Imbarcadero perchè somigliava a un porto commerciale. Dieci anni dopo, vi transitavano più di 200 treni al giorno, i passeggeri erano più di settemila ed era diventata inadeguata. La Compagnia allora ha chiesto all’architetto Hittorff di disegnare l’edificio di una nuova stazione. Hittorff ha unito la monumentalità alla tecnica. La facciata è di pietra bionda, scandita da colonne ioniche separate da grandi finestroni, e ha un’ampiezza di 180 metri. Le ventitrè statue allegoriche che la decorano simboleggiano le città collegate dalla rete ferroviaria. Quelle che coronano l’edificio, invece, rappresentano le destinazioni internazionali. L’interno è stato più volte rimaneggiato, ma le sottili colonne di ghisa che dividono la hall in navate sono ancora lì. Esse hanno la particolarità di essere vuote, così l’acqua piovana scorre all’interno e finisce nella rete fognaria. Oggi nella Gare du Nord transitano quasi duecento milioni di viaggiatori all’anno ed è la terza stazione al mondo per traffico passeggeri. Nel 1994 con l’Eurostar e nel 1996 con il Thalis la stazione è diventata la porta d’ingresso internazionale dell’Europa a Parigi.
James Bond al Terminus Nord – “Quando Bond era di passaggio a Parigi – racconta Ian Fleming in ‘Baci da Parigi’ – scendeva al Terminus Nord perché amava gli alberghi situati vicino alle stazioni. Questo era il meno pretenzioso e il più anonimo di tutti. Pranzava al Café de la Paix, alla Rotonde o al Dôme perché la cucina gli sembrava accettabile e perché lo divertiva osservare la gente. Quando aveva bisogno di un tonico andava all’Harry’s Bar, innanzitutto perché in quel locale l’alcool era di prima qualità e poi perché, sin dal suo primo soggiorno a Parigi all’età di sedici anni, aveva seguito il consiglio del Continental Daily Mail e aveva chiesto all’autista del taxi di portarlo al ‘Sank Roo Doe Noo’. Quello era stato il punto di partenza di una delle serate più memorabili della sua vita, il cui apice era stata la perdita per così dire simultanea della sua verginità e del suo portafoglio.” Ian Fleming, a sua volta, era un fedele cliente dello Harry’s New-York bar di Parigi… Altri tempi.
Gare de l’Est – La gare de l’Est è stata costruita nel 1850. Gli architetti avevano immaginato quattro padiglioni quadrati, che facessero da cornice a una vasta hall coperta di vetri. La facciata doveva essere dotata di un frontone triangolare sormontato da una statua allegorica raffigurante la città di Strasburgo e con un mezzo rosone. Questa stazione era ed è il punto di partenza del glorioso Orient Express. Nel 1931 essa è stata ingrandita e la continuazione della facciata ha replicato lo stile della parte già esistente.
Dal 1926, nella hall ‘grandes lignes’ c’è una tela di 60 metri quadrati, poggiata su quattro colonne con capitelli e intitolata Le Départ de Poilus août 1914. E’ opera del pittore americano Albert Herter, il cui figlio era stato ucciso verso la fine della Prima Guerra Mondiale. L’opera descrive la partenza dei coscritti, ma è anche un affresco della vita quotidiana degli anni ’20. Vicino al vagone con le porte aperte, ci sono una bambina che regge un cesto di vimini, un ragazzo accovacciato che osserva una rete per la spesa, una donna in ginocchio che abbraccia e cerca di consolare un uomo in lacrime, un uomo in maniche di camicia con due pani sotto il braccio, un militare con il fucile appoggiato a una borsa per terra che stringe i due figli, una coppia con il figlio accanto che afferra la gonna della madre, un vecchio con un mazzo di fiori…
Una cosa che pochi sanno è che sotto alla stazione c’è un rifugio antiaereo del 1941, utilizzato anche dai redeschi durante l’occupazione. C’è una centrale telefonica, una sala macchine e quella per gestire il traffico ferroviario. C’erano le bombole a ossigeno e, se mancava l’elettricità, bisognava sedersi sulle apposite bici e pedalare…..
Association Française des Amis des Chemins de Fer – Il sabato pomeriggio, dietro la porta a vetri di fronte al binario 4, gli appassionati dell’associazione degli ‘Amici del Treno’, vengono a mettere in moto i loro modelli in miniatura su di una rete di binari.
Dove mangiare un boccone – Sul piazzale antistante la stazione, detto place du 11 novembre 1918, che ricorda il giorno dell’Armistizio che poneva fine alla Prima Guerra Mondiale, ci sono molte brasserie alsaziane. Alla Strasbourgeoise, al numero 5 di rue du 8 Mai, proprio di fronte alla gare, per esempio, si può gustare un’ottima choucroute o una quiche alsacienne.
Gare de Lyon - Porta il nome della città di Lione perché questa è la destinazione principale sul territorio nazionale. È la seconda stazione per flusso di passeggeri. Era stata costruita per l’Esposizione universale del 1900 ed è stata progettata su più livelli dall’architetto Toudoire. L’orologio all’estremità destra della facciata ricorda un po’ il Big Ben di Londra. È ancora dotato del suo meccanismo originale, recentemente restaurato dopo che nel 1999 una violenta tempesta gli aveva causato un guasto. La cosa più famosa di questa stazione è il bellissimo ristorante Le train bleu, dove veniva il presidente Mitterrand a mangiare le frites, che dal 1901 serve i viaggiatori nel suoi locali affrescati e decorati. La gare de Lyon è anche la stazione delle linee 1 e 14 della metropolitana.
Gare d’Austerlitz – Da qui partono i treni verso il centro della Francia, verso Tolosa, Bordeaux e i Pirenei. La stazione oggi porta il nome della famosa battaglia detta dei tre imperatori, perché in campo c’erano Napoleone, lo zar di Russia e l’imperatore d’Austria. Era stata inaugurata nel 1840, collegava la capitale con Orléans e ne aveva preso anche il nome. Si trova sulla riva sinistra, dall’altra parte della Senna rispetto alla stazione precedente. Sotto alla stazione ci sono quelle delle linee 5 e 10 della metropolitana, sopra alla hall invece c’è una sopraelevazione?. Vicino a questa stazione c’è la Gare de Bercy, specializzata nel servizio auto-treno. Da qui partono anche i treni notturni per l’Italia.
Gare de Montparnasse - È situata nella parte sud della capitale e da qui partono i treni verso l’ovest della Francia, verso la Bretagna e anche verso il Portogallo. Era stata costruita nel 1840, ma oggi non rimane nulla dell’edificio originario. A demolirne parzialmente la facciata nel 1895 era stato un treno a vapore che l’aveva attraversata, precipitando sul piazzale. Il 25 agosto del 1944 la stazione è stata teatro della resa a Leclerc del governatore tedesco di Parigi, che aveva disubbidito all’ordine di Hitler di distruggere la città. Negli anni ’60 del Novecento ha subito una ristrutturazione radicale, oggi è un edificio moderno di vetro e acciaio, che non sembra nemmeno quello di una stazione.
Gare de Saint-Lazare – È dedicata soprattutto al traffico della periferia, anche se vi partono i treni verso la Normandia. Il primo edificio risale al 1841, mentre l’ultimo ampliamento è del 1889. In quell’occasione era stato costruito, di fronte, anche il famoso hotel Terminus, che era collegato alla stazione da una passerella coperta, onde permettere ai clienti di non bagnarsi in caso di tempo cattivo. Nel 2012 l’enorme hall, luminosa grazie alla copertura di vetro, è stata ristrutturata e accoglie diverse attività commerciali. La vecchia stazione ottocentesca figura il dodici tele dipinte da Monet per una mostra del 1877.
La Petite Ceinture – Oggi la rete ferroviaria detta Petite Ceinture è invasa dalle piante selvatiche e dai grandi alberi. Era stata creata nel 1852 per collegare diverse stazioni periferiche della città, trasportando merci e passeggeri. Nel corso dell’Esposizione del 1900, questi sono stati addirittura quaranta milioni. Purtroppo, la concorrenza della metropolitana ne ha decretato la fine, anche se, in occasione di un allagamento dei tunnel nel 1910, essa aveva ripreso in pieno il suo servizio. Comunque, ha continuato a trasportare merci fino al 1990. Oggi, alcuni tratti sono bloccati da griglie o da muri ed è proibito andarci, ma altre parti sono aperte agli escursionisti che desiderano avventurarsi su questo terreno accidentato e diseguale. Chi non se la sente, può andare per esempio alla stazione di Passy, trasformata in un ristorante e da lì ne può vedere un tratto. Lo stesso per quella di Charonne, diventata un café-concert, nonché un club dove i ferrovieri vanno a giocare a tennis. Si trova all’altezza del numero 399 di rue de Vaugirard, proprio lungo i binari.
Sottoterra a tutta velocità
La metropolitana di Parigi è un mondo a parte, che vale la pena di conoscere. Sono interessanti le stazioni, così diverse l’una dall’altra, ognuna con la sua storia, le sue caratteristiche, gli elementi decorativi differenti, i piccoli segreti…
Il cantiere della linea 1 era stato aperto nel 1899. C’erano già altre grandi città, come Londra e New York, che disponevano della metropolitana. Ma questa era più moderna. Gli scavi, fra l’altro, hanno fatto la felicità degli archeologi. Sono venuti alla luce molti antichi sarcofagi, dei bassorilievi su terracotta, persino il molare di un elefante, vissuto qui quando l’area era coperta di boschi.
Le stazioni sono 385 e le più vecchie risalgono a quasi un secolo e mezzo fa. All’inizio del ‘900 le loro pareti erano rivestite di piastrelle color crema, come quelle che si trovano ancora alla Porte-Dauphine. La ceramica era facilmente disinfettabile e questa era una cosa importante in caso di epidemia. Anni dopo, sulle pareti sono stati installati dei quadrati bianchi smussati, che favorivano la rifrazione della luce, aumentando l’intensità luminosa del locale. Al tempo delle lampade a incandescenza, quel materiale faceva la differenza.
Parigi è dotata di una metropolitana tentacolare ed efficiente che raggiunge qualsiasi punto della città e che consente di diminuire il traffico in superficie. Spostarsi con questi treni è relativamente facile oltre che economico, nessun luogo di Parigi dista in media più di quaranta minuti da un altro.
Il nuovo mezzo di trasporto, infatti, ha avuto successo fin da subito, seppure fra alti e bassi. Non tutto filava liscio, c’erano degli incidenti più o meno gravi, il più catastrofico è accaduto a Belleville, dove un incendio aveva causato settanta morti. Ma il servizio era così importante da diventare indispensabile nel tempo.
Ingressi - Localizzare gli ingressi è facile grazie alla caratteristica segnaletica a stampino, con le lettere forate e illuminate, su fondo rosso. Sugli Champs-Elysées, come all’Opéra, a Nation o a République, il nome è invece inciso nella pietra chiara, senza altre indicazioni. Questa scelta è dettata da preoccupazioni estetiche, per mantenere l’armonia con l’architettura del luogo. Solo i vecchi ingressi di Guimard, in stile Liberty, hanno l’insegna di colore diverso, a caratteri verdi su fondo bianco. La targa è al centro di un arco sostenuto da due lunghi steli, soprannominati ‘steli di mughetto’, che hanno all’estremità una foglia. Di questi ingressi ne sono rimasti solo due. Uno è quello di Abbesses, spostato qui nel 1974 dall’Hôtel-de-Ville. È formato da una pensilina con le colonnine verdi e con il tetto di vetro in pendenza, inclinato verso il centro. Anche l’ingresso di Porte Dauphine è nello stesso stile. Poggia su tre pilastri con un tetto a forma di V, chiuso da pannelli di lava smaltata. Le linee curve e l’ispirazione vegetale si richiamano alla leggerezza della libellula quando sta per alzarsi in volo. Anche il vetro sagomato poggiato su pilastri è grazioso e aereo. Si trova al suo posto da più di un secolo. Sul lato destro è visibile il nome dell’architetto a caratteri rossi. L’ingresso più stravagante è sicuramente quello che si trova al centro di place Colette, il Palais Royal- Musée du Louvre . È opera di Jean-Michel Othoniele ha due cupole, una delle quali rappresenta il giorno, l’altra la notte’. Nella struttura in alluminio sono infilate delle palle di vetro di Murano,rosse, blu e viola, come se fossero le perle di una collana.
Un ingresso diverso da tutti gli altri è quello della stazione Vaneau. Era stato edificato nel 1923 sul terreno dell’ospedale Laennec. Ai lati ci sono due belle insegne incorniciate nel ferro battuto e sovrastate da un lampione. Di fianco c’è la fontana del Fellah. Alcuni ingressi della metropolitana, come ad esempio il Volontaires, si trovano dentro agli edifici e sembrano quelli di un negozio.
Stazioni - Una delle stazioni più antiche è quella di Cité, l’unica e essere su di un’isola. Risale al 1910, si trova a oltre venti metri sotto la Senna ed è illuminata da una pittoresca luce verde. Somiglia a un pozzo scavato nelle viscere della città e un tempo era collegata con un tunnel al Palazzo di Giustizia e alla Prefettura. Durante l’ultima guerra questi sotterranei venivano usati per sfuggire ai tedeschi ed è possibile vederne l’ingresso al di là dell’inferriata.
Arts et Métiers, invece, ha le pareti rivestite di pannelli di rame fissati gli uni agli altri. Al centro del soffitto ci sono degli ingranaggi di grandi dimensioni. Vicino alle panchine, a intervalli regolari, ci sono degli oblò al di là dei quali c’è un ambiente subacqueo, che fa immaginare di trovarsi in un sottomarino di Jules Verne. Inoltre, nella stazione sono esposti una macchina volante detta ‘Aérostat’Avisol’, un ponte ad arco detto ‘Antoinette’, un convertitore Thomas’, una sfera armillare… Questi apparecchi ricordano che, proprio sopra, c’è il museo Arts et Métiers.
Liège – Sulla linea 13, fra Place de Clichy e Saint-Lazare, c’è la stazione Liège. Varrebbe addirittura una visita apposita e, se vi trovate nei paraggi o transitate su quella linea, non perdetevela. È stata aperta nel 1911 con il nome, infausto, di Berlino, che, infatti, dopo la Prima Guerra Mondiale, è stato cambiato nell’attuale, dedicato a una città che aveva resistito eroicamente all’invasione tedesca. Dovendola costruire sotto a rue d’Amsterdam, che è una via molto stretta, non c’era spazio per i due binari e i marciapiedi l’uno di fronte all’altro, quindi essi sono stati messi in fila, uno dopo l’altro. Ma la cosa più straordinaria è la decorazione. Gli affreschi sulle piastrelle di ceramica che la rivestono rappresentano la città di Liegi e alcuni paesaggi del Belgio. Si possono così scoprire il circuito di Francorchamps, il palazzo provinciale di Liège, Colonster e la valle dell’Ourthe, la cittadella di Huy, il castello Wégimont e molti altri monumenti e paesaggi. In direzione di Clichy i colori sono diversi, in direzione Saint-Lazare sono in bicromia blu.
Stazioni fantasma – Tutti coloro che hanno preso la metropolitana su certi tragitti a Parigi o a Londra hanno fatto l’esperienza del treno che rallenta arrivando a una stazione deserta e poco illuminata senza fermarsi, riprendendo subito dopo velocità. Significa che ha appena attraversato una stazione fantasma, sui cui muri, segnati dalla patina del tempo, spesso sono ancora attaccati i vecchi cartelloni pubblicitari. Le stazioni chiuse e inattive della capitale sono quattordici. Quattro di esse, fra cui quella dell’Arsenal, erano state chiuse all’inizio della Seconda Guerra Mondiale e non sono mai più state riaperte. Il motivo era quello di essere troppo vicine ad altre o di non essere abbastanza frequentate. Altre stazioni chiuse sono quelle della Croix-Rouge, del Champs de Mars, di Saint Martine della Porte de Lilas. Quest’ultima, in compenso, è molto usata come set cinematografico.
Una delle più misteriose è quella dedicata al generale Haxo, il cui nome è iscritto sull’Arco di Trionfo. All’inizio del ‘900, l’amministrazione aveva deciso di dedicargli una stazione. Si sono scavati i tunnel, collocati i binari, e a quel punto la Compagnia costruttrice si è resa conto che quella stazione non avrebbe offerto dei profitti sufficienti, così non si sono mai costruiti gli accessi esterni.
Un’altra stazione fantasma è quella di Porte-Molitor, che nelle intezioni avrebbe dovuto portare gli spettatori allo stadio Parc des Princes nei giorni delle gare.
Alcune delle stazioni fantasma vengono usate per i corsi di scuola guida dei futuri conducenti dei treni. Per altre, ci sono dei progetti per trasformarle in piscine, ristoranti o discoteche.
ARTE NEL METRO
Assemblée Nationale – La stazione è decorata da manifesti con silhouette in bianco, rosso e blu, opera dell’artista Jean-Charles Blais. I personaggi hanno le fattezze dei parlamentari in quel momento al governo.
Bastille – Gli enormi dipinti su ceramica alle pareti riproducono delle scene tratte da incisioni apparse sui giornali nel periodo della Rivoluzione. Altri illustrano episodi relativi alla distruzione della Bastiglia.
Chaussée d’Antin- Lafayette – I dipinti allegorici sul soffitto celebrano il marchese di Lafayette, e il suo ruolo come generale durante la Rivoluzione americana.
Cluny-La Sorbonne – Il mosaico di ceramica raffigura degli intellettuali, degli artisti, degli scienziati, dei politici del Quartiere latino. Ci sono, fra gli altri, Molière, Rabelais e Robespierre.
Concorde – Sulle quarantacinquemila piastrelle bianche e blu della stazione è riportato il testo della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che enuncia i principi della Rivoluzione francese.
Javel-André Citroen – Ci sono molte fotografie e vetrinette con oggetti che illustrano la vita e le opere dell’inventore e produttore automobilistico
Louvre Rivoli – Le diverse statue e fotografie, come pure i bassorilievi, danno un’idea di quello che offre il museo del Louvre.
In giro per la città – La linea 6 della metropolitana è la più apprezzata dai turisti perché effettua la metà del percorso all’aria aperta, offrendo dei magnifici punti di vista sulla città. Partendo da Etoile, la linea esce una prima volta all’aria aperta a Passy. Esce da sotto alla Senna vicino alla torre Eiffel. Se si riesce ad essere lì all’inizio di ogni ora, con il buio si vede la Torre scintillare…Fino a Sèfres-Lecourbe il treno corre all’aperto, poi ridiscende nel sottosuolo a Montparnasse ed esce per percorrere la vallata della Bièvre. Scende un’altra volta a Place d’Italie e risale alla stazione di Austerlitz. Dopo che il treno passa una seconda volta sotto la Senna, dal viadotto di Bercy c’è una bella vista sul palazzo del Ministero delle Finanze, sulla Biblioteca Nazionale e sull’abside di Notre-Dame, in lontananza. Si vedono ancora la Coulée verte e la stazione Bel-Air, poi si torna sottoterra e si raggiungere il terminus di Nation.