L’arrondissement ha avuto una grande espansione sin dal 1400, anche se è nel XIX secolo che esso ha assunto la fisionomia di oggi, pur continuando a trasformarsi. Il palazzo della Borsa rivela che questo è sempre stato un importante distretto finanziario. Un esempio del continuo sviluppo dell’area è la rue Réamur, una delle vie più interessanti della capitale dal punto di vista architettonico. La parte compresa fra la rue du Temple e rue Saint-Dénis risale alla prima metà dell’ottocento ed è molto omogenea. La parte compresa invece fra la rue Saint-Dénis e rue Notre-Dame-des-Victoires è più recente ed è meno omogenea, perché nel frattempo le restrizioni di Haussmann non erano più in vigore. Al numero 124 c’è un immobile con i bovindo metallici, una prodezza architettonica realizzata nel 1903 da Chédanne. La facciata del numero 116, costruita nel 1897 da Walwein, invece, aveva vinto la medaglia d’oro nel concorso delle stesse. Al numero 39 ci sono due atlanti che sorreggono un balcone, mentre al numero 61 ci sono dodici segni zodiacali, sotto a un orologio a goccia d’acqua. Ecco perché questa è una delle vie della capitale dove vale la pena fare attenzione ai dettagli.
Al numero 226 di rue Saint-Denis, la via che incrocia rue Réamur, sorgeva l’Hôtel de Saint-Chaumond, fatto costruire nel 1631 dal marchese da cui ha preso il nome. Esso sorgeva sul luogo di un’antica corte dei miracoli. Dapprima ci ha abitato il maresciallo de la Feuillade, l’ideatore della place des Victoires, poi, nel 1683, la proprietà è passata a una comunità di suore fondata da San Vincenzo de’ Paoli. In quel periodo il palazzo ha ospitato delle ragazze povere e delle donne ripudiate dal marito. Per quelle più ricche, nel 1734 era stato costruito un edificio elegante in stile Luigi XV, che si può vedere ancora oggi in fondo al cortile. Nel 1795 il convento e la piccola chiesa sono diventati di proprietà nazionale e sono stati venduti. Nella chiesa il tipografo Michelet aveva installato le sue macchine da stampa e a questo indirizzo era nato suo figlio, lo storico e scrittore Jules Michelet. Il passage des Dames de Saint-Chaumond è un piccolo corridoio che passa sotto all’edificio e permette di arrivare a un secondo cortile e di ammirare la facciata posteriore dell’hotel. Se si prosegue, si esce all’altezza del n° 131 di boulevard de Sebastopol.
Passage du Caire
2 Place du Caire
Metro Sentier, Réaumur-Sebastopol
Il nome deriva dalla campagna d’Egitto del 1798 di Napoleone. È il più lungo della città e molte delle pietre della sua lastricatura sono state ricavate dalle lapidi delle suore del convento delle Filles de Dieu, che sorgeva qui e che ospitava delle peccatrici ridotte in miseria. Nel romanzo Si j’étais vous lo scrittore Julien Green colloca in questo passage l’incontro di Fabien, il protagonista del libro, con Mefistofele. Il passage du Caire ha tre ingressi: al 239 di rue Saint-Denis, al 44 di rue du Caire e all’inizio di rue d’Alexandrie.
Un tempo in questa zona c’erano le ‘corti dei miracoli’, così chiamate perché i loro abitanti di giorno chiedevano l’elemosina fingendosi storpi o ciechi, mentre la sera guarivano miracolosamente. Sembra che in quella vicina al passage du Caire vivessero addirittura 30.000 persone. Victor Hugo l’ha definita ‘una fognatura dove vivevano mascalzoni di ogni nazionalità, spagnoli, italiani, tedeschi, mendicanti di giorno e briganti di notte…”. Nel 1667 il ministro Colbert ha affidato a Nicolas de la Reynie l’incarico di ripulire questi quartieri dai criminali.
Au Planteur – All’altezza del primo piano dei numeri 10-12 della vicina rue des Petits-Carreaux c’è l’insegna in ceramica di una vecchia drogheria che un tempo vendeva i prodotti di terre lontane: spezie, cioccolato, caffè, tè, alcool… L’insegna è tutt’altro che politically correct, è invece il simbolo del colonialismo e di una certa idea di esotismo…..
Place du Caire - Nel 1799 i commercianti del passage hanno chiesto all’architetto Prétrel di decorare la facciata di uno degli edifici della piazza antistante. Questi ha scelto di raffigurare le fattezze della dea egizia Hator con le orecchie di mucca. Nel fregio soprastante ci sono delle figure egizie, degli scribi, dei carri di trionfo, dei faraoni gloriosi, dei prigionieri incatenati, dei fiori di loto e dei capitelli a forma di palma.
Pointe Trigano – Fra la vicina rue de Clery e rue Beauregard c’è un edificio terminante a punta, reso celebre dalle foto di Atget. La casa è detta Pointe Trigano a causa della sua forma e nel 1793, all’ultimo piano, abitava il poeta Andrea Chénier, poi arrestato dai rivoluzionari.
Tour de Jean sans Peur
20, Rue Etienne Marcel
Metro Etienne Marcel, Les Halles
La torre di Giovanni senza Paura è uno dei pochi edifici medioevali di Parigi, unico esempio di architettura fortificata del tempo. Il duca di Borgogna, detto Giovanni senza paura, che aveva fatto assassinare il cugino Louis d’Orléans, fratello del re, temeva per la sua vita. Così, nel 1410, si era fatto costruire questa torre ben protetta al centro del suo palazzo, poi demolito. La stanza del duca si trovava al quarto piano, sopra a uno spazio vuoto di dieci metri, con uno sbarramento di guardie al pianterreno. Ma nel 1419, i capi della fazione avversaria lo hanno raggiunto al ponte di Montereau e lo hanno ucciso.
Nel 1884 la torre è stata acquisita dall’amministrazione comunale. Sul soffitto c’è un bel bassorilievo con degli emblemi vegetali quali il biancospino, simbolo di Margherita di Fiandra, il luppolo, simbolo dello stesso duca e la quercia, simbolo di Filippo di Francia. Dal capitello in cima alla scala partono i rami di una quercia, simbolo della potenza della casa di Borgogna. La torre è famosa per avere i W.C. più vecchi della Francia. Per quei tempi, essi erano un lusso!
L’edificio è stato aperto al pubblico nel 1999. Nella sala delle guardie si svolgono delle mostre, legate alla vita nel periodo medioevale
Passage Bourg-l’Abbé - Fra rue Etienne Marcel e rue Réaumur c’è il passaggio coperto del Bourg-l’Abbé, costruito nel 1828 dall’architetto Lusson per mettere in collegamento rue Saint-Denis con rue Palestro. Le cariatidi ai lati dell’ingresso simboleggiano l’Industria e il Commercio, mentre il barometro sotto alla vetrata è lì sin dal 1862. Al pub inglese all’interno, chiamato Frog restaurant, si può bere una buona birra..
Jean Jaurès assassinato
146, Rue Montmartre
Métro: Grands-Boulevards
La sera del 31 luglio del 1914 il leader socialista Jean Jaurès è stato assassinato. Si opponeva con tutte le sue forze alla partecipazione della Francia alla Prima Guerra Mondiale e, mentre era seduto a un tavolo vicino alla finestra della Chope du Croissant, Raoul Villain, contrario alle sue idee pacifiste, gli ha sparato. Jaurès aveva appena parlato con il presidente del Consiglio René Viviani e aveva cercato di convincerlo a non fare nulla per giustificare un intervento della Germania. Oggi vicino all’ingresso del ristorante ci sono un mosaico con la data, un tavolino con un busto del giornalista e alcuni ritagli del giornale l’Humanité, da lui fondato, appesi al muro. Tre giorni dopo la sua morte la Germania ha dichiarato guerra alla Francia.
Palais de la Bourse
28, Place de la Bourse
Metro Bourse
La prima ‘borsa’ di Parigi era stata creata sotto Luigi XV nel 1724 per mettere un po’ d’ordine nel mondo della finanza e per settant’anni la sua sede è stata in galerie Mazarine. Poi Napoleone ha voluto dotare la città di un edificio più grande e i lavori del nuovo palazzo sono stati affidati a Brongniart. Esso è a pianta rettangolare, circondato da un colonnato corinzio, con le scalinate ornate da statue che simboleggiano il commercio, la giustizia, l’agricoltura e l’industria. Una delle cose più belle è la vetrata che si trova su rue Notre-Dame-des-Victoires che raffigura Il Lavoro dell’Industria e del Commercio, arricchito dall’Umanità, simboleggiati da un uomo con un martello appoggiato sulla spalla e da due fanciulle. Di sera, con l’illuminazione interna che ne fa risaltare i colori, la vetrata è splendida. Oggi il palazzo ospita le associazioni che aiutano la creazione di nuove imprese.
Place de la Bourse - Fino a prima della Rivoluzione sull’area sorgeva il convento delle Figlie di San Tommaso. La nuova piazza era stata progettata all’inizio dell’800, in vista della costruzione dell’edificio della Borsa. Un tempo, essa era animata dall’andirivieni degli agenti, ma l’informatizzazione ha modificato le transazioni finanziarie e l’affollata ‘corbeille’ delle grida, all’interno, non esiste più. Nei dintorni rimangono i ristoranti dove oggi vanno gli uomini d’affari. Uno di essi è il Saturne, molto luminoso grazie al tetto di vetro, al 17 di rue Notre-Dame des Victoires. Un tempo sulla piazza c’era lo Champeaux, dove nel 1898 si era sviluppato un incendio catastrofico, causato da un’esplosione di gas.
Musée des Monnaies, Médailles et Antiques
58, Rue de Richelieu
Métro: Bourse, Palais-Royal-Musée-du-Louvre
Il museo fa parte del dipartimento delle monete, medaglie e antichità della Biblioteca nazionale di Francia. Ospita una delle più importanti raccolte al mondo di numismatica, di manoscritti, di gioielli antichi, di ceramiche e di medaglie raccolti dai re di Francia a partire dal Medioevo, poi diventati di proprietà nazionale. Oltre ai sessantamila esemplari di monete francesi, alle centinaia di migliaia di monete greche, romane e del Medio Oriente, ospita molte medaglie e cammei. Fra questi, il Gran Cammeo di Francia, opera romana del 23 d. C. circa. Ci sono anche diversi oggetti curiosi, come l’olifante - il corno d’avorio usato per la caccia - di Rolando, un dente del giudizio di Childeric, uno scudo d’oro di San Luigi, il gioco di scacchi di Carlo Magno, il ventaglio di Diana di Poitiers, alcuni gioielli gallo-romani, degli avori bizantini e dei pezzi d’argenteria sassanide. Vi è anche conservato il tesoro della Sainte Chapelle.
Al tempo della Rivoluzione era stato loro consegnato un trono di bronzo e oro, menzionato per la prima volta dall’abate Suger, che lo aveva trovato a Saint-Dénis. L’abate lo aveva attribuito al re dei merovingi Dagoberto, creando in questo modo un legame fra la sua abbazia e la figura reale. Il trono ha delle curiose colonne montanti a forma di pantera. Nel 1804, vi si era seduto Napoleone per distribuire le prime decorazioni della Legion d’onore.
Galerie Vivienne
4 di rue des Petits-Champs, 6 di rue Vivienne
Métro: Bourse
La galerie Vivienne è stata costruita nel 1823, con una decorazione in stile Impero e un bel pavimento a mosaico. Al numero 13 c’erano i locali dell’agenzia dell’ex galeotto Vidocq, che nel 1833 aveva creato un servizio di polizia formato da ex carcerati. I detective privati fornivano alle ditte informazioni sui loro dipendenti e anche sulla concorrenza.
Passage Choiseul
Métro: Quatre Septembre
Era stato costruito nel 1827 per collegare il Palais-Royal con i Boulevard. L’entrata con i pilastri e il frontone triangolare era quella di un palazzo che è poi stato demolito. In origine, nel passage c’erano un caffè, un ristorante, due negozi di moda, tre sale di lettura e un grazioso teatro con spettacoli per bambini. Lo scrittore Céline in questo passage ha passato l’infanzia perché la madre vi aveva un negozio. Lo ha descritto come un luogo buio e puzzolente, buono solo per creparci in mezzo all’urina, agli escrementi di cane, agli sputi e alle fughe di gas….. Paul Verlaine ci veniva a trovare l’editore Lemerre e sentiva l’odore di pergamene rare. Sotto alla Reggenza, il passaggio coperto era diventato un luogo per il gioco della pallacorda
Fontaine Gaillon – A pochi metri dal passage Choiseul, in Place Gaillon, c’è una fontana che è stata la prima opera di Louis Visconti, l’architetto che ne ha progettate diverse nella capitale. È del 1828, ha la nicchia e i peducci riccamente decorati da mostri marini e da piante acquatiche.
Place des Victoires
Métro: Bourse, Sentier
Nel 1681, il Maresciallo di Francia François de la Feuillade aveva deciso di creare una piazza dedicata al re Luigi XIV, per ricordare la pace di Nimège, frutto della sua diplomazia. Ha quindi affidato la costruzione della nuova piazza all’architetto Hardouin-Mansart, che le ha dato una forma a ferro di cavallo, con le facciate dei palazzi che si armonizzavano perfettamente. Al centro c’è la statua equestre di Luigi XIV, opera dello scultore monegasco Bosio, del 1882. Il cavallo si impenna e poggia sulle zampe posteriori e sulla coda, dentro alla quale c’è una sbarra di ferro che la fissa saldamente allo zoccolo.
Nel corso degli anni, l’aspetto della piazza è molto cambiato, è diventata un crocevia di molte strade, ma conserva un grande equilibrio. A due passi dalla piazza, al numero 6 di rue Vrillère, c’è il Bistrot des Victoires, che ha una bella facciata di legno.
Chiesa di Notre-Dame-des-Victoires
Place des Petits-Pères
Métro. Bourse
Nel 1629 gli Agostiniani scalzi, che in Francia sono detti ‘Petits Pères’, hanno chiesto a Luigi XIII i soldi per costruire un nuovo convento. Il re li ha aiutati e ha fatto costruire anche una chiesa che portava il nome che ha ancora oggi e che era un ringraziamento per la vittoria delle truppe reali sugli ugonotti a La Rochelle. Per questo l’edificio contiene molte testimonianze militari.
La chiesa però è anche il simbolo di un altro tipo di vittoria, quello contro le malattie. E questo a partire dal giorno in cui i genitori di Teresa di Lisieux, dichiarata poi santa, sono venuti qui a chiedere la guarigione per la loro figlia malata.
La chiesa ospita una splendida cassa d’organo di stile rococò costruita da Louis Régnier.
Ex voto – Colette ha scritto: “Il percorso più affollato del Palais-Royal porta a Notre-Dame-des-Victoires. È una chiesa dove vanno a bere tutti gli assetati, come alla fontana del villaggio… La chiesa è calda di suppliche, di ceri e di gratitudine. Fra un ufficio e l’altro c’è un grande silenzio, ma ogni pietra reca un’incisione e parla. Quanti ceri e quante lacrime!” L’originalità della chiesa sta proprio nei quasi quarantamila ex voto di marmo, che ne tappezzano i muri e anche il soffitto e che costituiscono una testimonianza delle suppliche esaudite e delle grazie ricevute. Lo stesso vale per i fogli con su scritto Merci.
Square Louvois e fontane antiche e moderne
Métro: Bourse
La piccola piazza rotonda alberata, inaugurata nel 1859 da Napoleone III, porta il nome del marchese Louvois. Si trova di fronte alla Bibliothèque nationale di rue Richelieu.
Sull’area un tempo sorgeva l’Opéra di Parigi, demolita dopo che il duca di Berry vi era stato assassinato nel 1820, mentre usciva da uno spettacolo.
Al centro del prato c’è una fontana opera dell’architetto Visconti e dello scultore Klagmann. Vi sono rappresentati, in forma allegorica, quattro fiumi francesi dai nomi femminili: la Loira, la Senna, la Garonna, la Saona. Le quattro donne di ghisa che li simboleggiano hanno delle forme prosperose, sono al centro di una vasca di pietra e ne reggono sul capo un’altra piccola, i cui bordi sono ornati di maschere che raffigurano le stagioni e i segni dello zodiaco. Nelle nicchie del piedestallo ci sono dei tritoni che cavalcano dei delfini.
Appena girato l’angolo della piazza, all’altezza del numero 6 di rue Colbert, c’è una fontana costruita nel 1708 dall’architetto Beausire e ormai asciutta. I due pilastri ai lati dal mascherone a forma di testa d’uomo sono sormontati da un frontone triangolare decorato dallo stemma della città, con i delfini intorno.
Ma la fontana più originale si trova nel cortile del passage des Princes, all’angolo della vicina rue de Richelieu con il boulevard des Italiens. Il bordo della grande vasca rettangolare è di pietra nera e dalle due bocche laterali di acciaio esce l’acqua che movimenta la superficie della vasca. Dal negozio sotterraneo di video al numero 5 del boulevard des Italiens si possono ammirare i movimenti dell’acqua della vasca attraverso il vetro trasparente.
Atelier del fotografo Nadar
35, Boulevard des Capucines
Metro Opéra
A nord di place Vendôme c’è il laboratorio del famoso fotografo Nadar. In realtà egli si chiamava Gaspard Félix Tournachon e aveva aperto il suo atelier sul boulevard nel 1860.
Prima di intraprendere questo mestiere, Nadar era stato disegnatore, caricaturista, giornalista e romanziere. Il laboratorio originario aveva una cascata d’acqua che scorreva sulla superficie esterna delle enormi vetrate destinata a climatizzare l’ambiente. C’era anche un’insegna luminosa installata da Lumière, la prima della capitale.
Nel 1858, Nadar ha scattato la prima fotografia aerea dalla sua mongolfiera, chiamata Le Géant. Ha fatto anche il primo reportage sulle fogne e sulle catacombe di Parigi. Nella sua litografia detta Panthéon ci sono trecento ritratti di personaggi celebri, fra cui quelli di Verne, Balzac, Baudelaire, Dumas, Delacroix, Michelet, Victor Hugo e George Sand. Nadar diceva che un bravo fotografo deve essere ‘in comunione’ con il modello, per dirigerlo secondo le sue idee e il suo carattere. Claude Monet veniva a dipingere in questo atelier e, nel 1874, vi è stata fatta la prima esposizione degli impressionisti. Oggi vi si tengono delle mostre di fotografia.
Museo della Profumeria Fragonard
39, Boulevard des Capucines
Métro: Opéra
Il primo museo Fragonard era stato aperto nel 1983 in rue Scribe. Dieci anni più tardi, la ditta Fragonard ha acquistato un vecchio teatro per avere più spazio espositivo.
Nel bel salone Art déco è illustrata la storia dei metodi di estrazione delle materie prime usate per la distillazione dei profumi, un’industria che ha delle basi scientifiche ma che è anche un’arte. Per rifornire questa industria si coltivavano la gaggia, il garofano, il gelsomino, il geranio, l’iris, la lavanda, la menta, la tuberosa... Poi, a partire dalla seconda metà dell’800, ha avuto sempre più spazio la creazione di profumi sintetici.
Il museo ospita una magnifica collezione di boccette e di flaconi. In un grande armadio sono esposte le essenze necessarie a comporre un profumo e i visitatori sono invitati a riconoscerle. Alcune, come la menta o la fragola, sono facili da individuare, altre, come l’esotica ylang-ylang sono molto più difficili da scoprire. È stata anche ricostruita in miniatura una fabbrica del XIX secolo. Nel negozio sono anche in vendita delle boccette di fragranze dai suggestivi nomi di Lune de Miel, Île d’Amour, Baiser…